Oggi le maestre e i professori si lamentano perché gli studenti mancano loro di rispetto, in quanto pretendono di essere interrogati solo quando sono preparati e di essere sempre promossi, macari ca sunu scecchi cu’ tanu di cura.
Che ci volete fare, la scuola che ha rinunziato al compito di educare, di istruire e di valutare con equità provoca questo genere di reazioni davvero incredibili.
Un tempo no, un tempo le cose andavano diversamente, un tempo si studiava perché in caso contrario i coppa erunu a leva pilu! Ma anche perché i nostri genitori volevano che noi non patissimo ciò che loro avevano patito.
Me figghiu, dicevano, si l’a passari megghiu di mia a’ ghiri all’università e l’ana chiamari dutturi. Sta soddisfazioni mi l’a dari!
Quando andavo a scuola io, se per caso la maestra o uno dei professori diceva a mia madre che avevo studiato poco o che ero stato disattento durante una lezione, prima c’erano le legnate promesse a scuola, davanti al docente che doveva prendersi le sue soddisfazioni, e poi quelle date a casa, senza pensare al dopo: picchi a sta sira, quannu veni to’ patri c’è u’ restu.
Ora le cose vanno diversamente, ora le legnate le rischiano i docenti, soprattutto quelli che cercano di fare il loro dovere, picchi me figghiu è bravu, è lei ca non sapi ‘nsignari.
E poi, u’ carusu chi fa, non ha nesciri, non c’a ghiri a ghiucari o’ palluni? Non c’a ghiri a discoteca? Non è ca si po’ fari monicu…I carusi sunu carusi, picchì a giuvintù non tonna chiù!
E chi può dire il contrario? È vero, la gioventù non torna più e, con il passare degli anni, con la gioventù se ne vanno i genitori, i nonni, i capricci, la spensieratezza e incombono la disoccupazione, la miseria, i soggiri, i cugnati e si non ha’ sturiatu sti problemi non si ponu risovviri mancu a corpa di lignu! Picchì i chiacchiri su’ belli ma i maccarruni ll’incunu a panza!
In realtà è vero, non tutti gli insegnanti non sanno insegnare e non tutti i genitori hanno rinunziato ad essere educatori, così come non tutti i ragazzi sono svogliati e studiano poco.
Per essere sinceri, non si può negare che ci sono anche docenti molto bravi, ai quali non si forniscono i mezzi necessari per far bene il loro mestiere, ci sono genitori coscienziosi e studenti che fanno i compiti e si impegnano come è giusto fare per andare avanti con dignità.
In questi casi la scuola fa bene il suo mestiere, solo che i ragazzi che completano il loro corso di studi, intendo dire quelli bravi, se ne vanno e non ritornano.
Mentre da noi restano quelli che non hanno studiato abbastanza, quelli che hanno avuto insegnanti che non avevano voglia di insegnare e genitori distratti, che non avevano voglia di educare nessuno, preferendo giocare una partita a carte o a calcetto invece di dedicarsi ai figli.
Appoi c’erunu i carusi spittogniuli, chiddi ca sturiavunu sulu a principiu di annu e applicavano la regola del fatti ‘a nomina e va curchiti. Chissi erunu spetti e i prufissuri scarsi si minteunu ‘nta sacchetta, picchi erunu boni sulu p’ ammuccari passuluni!
La verità è che la vita, prima o poi, presenta il conto e noi questo non dovremmo dimenticarlo mai e dovremmo ben spiegarlo ai nostri figli ed ai nostri nipoti.
Quelli che hanno studiato e si sono sacrificati, bene o male, riescono a trovare un lavoro ed una posizione accettabile in società, mentre gli altri sunu nuddu ammiscatu cu’ nenti e arristanu ‘n menzu a ‘na strata, cu’ ‘na manu davanti e nautra d’arreri. E spatti si lamentunu. Ma di chi si lamentunu s’ana fattu a bella vita, s’ana fattu sempri ‘i cicali mentri l’autri facevunu ‘i fumiculi? È megghiu ca mi femmu ca’, picchi allura sdilliriu!
Cari ragazzi, imparate a rispettare i vostri insegnanti, imparate a rispettare i vostri genitori e soprattutto imparate a capire che nessuno è disposto a fare per vostro conto quello che voi stessi non avete voglia di fare.
Nuddu vi rici laviti a facci ca pari chiù beddu di mia. Ogni cosa si conquista a suon di sacrifici e di nottate sui libri.
Cettu, i malarucati e facchini c’ana statu sempri e sempri ci sarannu, però non è di chissi c’ama pigghiari ‘nsignamentu. Nuautri ama pigghiari ‘nsignamentu di chiddi megghiu, non di chiddi peggiu.
D’altra parte non tutti vincono al superenalotto, non tutti ereditano fortune dai loro nonni o dai loro zii, non tutti diventano calciatori o tennisti famosi.
Dunque è bene pensare al proprio futuro sin da quando si sta seduti dietro i banchi di scuola e studiare, studiare e ancora studiare.
E torna patruni e sciuscia…do’ celu non casca nenti, pecciò arricogghiti i pupi e va’ sturia, ca non ci voli autru.