Le paralimpiadi e la comunicazione / Non è vero che la nostra comunicazione pubblica privilegi le brutte notizie, le stragi, i disastri, il politicume, ecc.
È vero, invece, che le notizie, non certo quelle che riguardano il letto o le abitudini sessuali di certe personalità pubbliche, che sono soltanto gossip, ma quelle che contribuiscono a cambiare la vita di ciascuno di noi, perché cambiano le infrastrutture, perché realizzano equità e giustizia, perché affermano diritti, ecc. stanno conquistando spazi sempre maggiori.
Mi sembra una bellissima notizia, perché la qualità della vita migliora con il contributo di tutti: delle famiglie, della scuola, delle Istituzioni pubbliche e private, della politica, della giustizia, della sanità, delle leggi, della sicurezza, del lavoro, delle pari opportunità reali, della comunicazione, ecc.
In questo quadro credo che la decisione della RAI di dedicare alle Paralimpiadi uno spazio sostanzialmente pari a quello che ha dedicato alle Olimpiadi sia una decisione meritevole di sottolineatura e non solo perché i nostri atleti paralimpici hanno fatto incetta di medaglie, ma anche per l’effetto emulativo che porterà nei campi, nelle palestre e nelle piscine tanti altri italiani che vivono simili condizioni.
Mi auguro che le autorità preposte siano consequenziali con questa straordinaria adesione sportiva ed integrino, con quanto di loro competenza, il servizio pubblico radiotelevisivo con gli impianti, le attrezzature ed il personale necessari a fare in modo che la soddisfazione per le medaglie di alcuni possa diventare la piena soddisfazione di un diritto di tutti.