Le liti a Catania
Si non c’a finisci ti lassu curriri ‘na seggia. A chi non è capitato di dire o di sentirsi dire una frase del genere?
Ogni persona comunica usando una cornice fatta di gesti, espressioni verbali, comportamenti, posture, ecc., e per ciascuno la cornice può mutare a seconda delle circostanze e dell’ambiente nel quale si è stati educati.
Per esempio si può comunicare il rifiuto verso qualcosa almeno in tre modi diversi: mi suona male, la vedo brutta, non mi convince.
I tre esempi appena citati comunicano lo stesso messaggio in modi o contesti differenti: un’espressione uditiva, la prima, una visiva, la seconda, o una cinestesica, la terza.
Quannu si senti diri si non c’a finisci ti lassu curriri ‘na seggia, oppure ti rumpu i conna, il messaggio è talmente chiaro che coinvolge tutti i sensi e tutte le cornici.
Non comprenderlo, o fingere di non comprenderlo, può essere pericoloso. In realtà, di solito, le persone tendono a litigare quando usano cornici comunicazionali differenti.
Se due persone dicono la stessa cosa in modo diverso possono avere la sensazione di dire cose diverse, quindi possono pensare di essere in conflitto e comportarsi in maniera conflittuale, accentuando le differenze ed innescando un circolo vizioso da cui, purtroppo, può diventare difficile uscire senza passare alle vie di fatto.
Nel caso della frase iniziale: si non c’a finisci ti lassu curriri ‘na seggia oppure, a scelta, ti rumpu ‘i conna, il messaggio è chiaro ed inequivocabile. Uno dei contendenti manifesta un fastidio provocato dal comportamento dell’altro, lo invita a smetterla e gli partecipa che, ove mai non dovesse farlo, andrebbe incontro ad una reazione violenta.
Ca quali chiacchiri e tabacchieri ‘i lignu, nuautri catanisi semu diretti, senza giri di l’isula. Ma chi fai, ti vo’ mettiti a discurriri cu unu ca zoccu ci rici, rici, fa finta di non capiri? Megghiu ca uno è chiaru e limpidu.
Infatti, come dicono gli esperti in questo genere di relazioni, la composizione di un conflitto interpersonale inizia quando qualcuno attiva la comunicazione efficace, “riallineando le cornici semantiche dei litiganti”.
Si tratta di qualcosa che si impara con una formazione specifica. Nel caso in specie le cornici comunicative delle persone in conflitto tra loro si vengono ad allineare in modo che non sorgano equivoci di sorta.
Iu ti ricu ca non m’a ‘nsuttari e si ‘nsisti ti lassu curriri ‘na seggia, oppuri ti rumpu i conna: chi c’è ca non si capisci? Cetti voti tanti chiacchiri complicunu a situazioni. Unu ava essi chiaru subitu. Personalmenti non mangiu chiacchiri!
Le liti dipendono anche da cosa si comunica, oltreché da come si comunica. Gli argomenti discussi per comunicare i propri interessi, le proprie necessità e le proprie opinioni possono entrare in conflitto con gli argomenti altrui: le persone, però, può accadere che litighino anche se hanno interessi divergenti e intenzioni contrapposte, se non si dispone di un’educazione al confronto civile, ecco perché le liti sono in continuo aumento: c’è poca educazione.
Spesso si litiga quando si ha l’impressione che i propri interessi e i propri bisogni siano messi in pericolo da qualcuno: allora si entra in conflitto per istinto di protezione.
Non v’arrisicati a tuccarimi a me robba, o a me famigghia ca non ci viru chiù di l’occhi e di unni vegnu e vegnu do’ mulinu. Stati attenti ca ci ne ppi tutti!
Anche in questo caso bisogna fare attenzione alla comunicazione perché, talvolta, basta l’impressione o la percezione di una minaccia per andare sulla difensiva o per aggredire gli altri. Se, invece, qualcuno minaccia veramente gli interessi e i valori di una persona, la scelta tra combattere e negoziare può rappresentare un dilemma.
Allura, ‘nta stu casu, ci voli ‘n paceri, ca parra cu’ chistu, ca parra cu’ chiddu e metti a paci. Na vota c’era ‘npaceri ogni strata: era canusciutu e rispittatu di tutti e i tribunali erunu leggi. Ora paceri non ci ni sunu chiù e l’avvucati si l’incunu i cianchi, mentri i magistrati addiventunu sempri più putenti e guai a cu li tocca.
In realtà la trasformazione delle discussioni conflittuali in colloqui, basati sul rispetto reciproco, abbatte il tono del conflitto e pone le condizioni per confrontarsi su argomenti costruttivi; ma, per farlo, comunque bisogna saper comunicare civilmente le proprie ragioni o cercare ‘n paceri, usando tecniche professionali, che si imparano studiando e facendo pratica.
Mentri vu autri, ca siti scinziati, studiati zoccu avita fari, si non c’a finisciunu, iù ci lassu curriri ‘na seggia e, non cuntentu, ci spaccu macari i conna, e senza chiacchiri ca già mi siddiai. Va beni? E cu chissu vi salutu educatamenti!