Ca quali parchi giochi e parchi giochi. ‘Na vota a Catania i picciriddi si puttavunu a ghiucari a Villa Bellini, oppuri a’ giostra, unni si putevunu guidari macari i machineddi ‘ncoccia ‘ncoccia, ca ni facevunu addivettiri, e macari c’avevumu cincu o sei anni, ni sinteumu ranni. Ora finu a trent’anni sunu picciriddi e stanu ancora c’a mamma e c’o papà.
Negli anni ‘50 e ‘60 del secolo scorso i divertimenti domenicali, per quelli che se li potevano permettere, riguardavano le passeggiate alla Villa Bellini dove, al massimo, si faceva qualche giro con le biciclette, dalle svariate forme, che affittavano nel relativo spiazzale.
Tannu, cu aveva ‘na bicicletta di proprietà si sinteva ‘n papissu. Iù n’aveva una russa, nummuru 14, e ‘a sapeva puttari picchi me’ patri mi l’ava ‘nsignatu. E quanti cascatuni!
In ogni caso, nello spiazzale grande della Villa Bellini c’erano alcuni che le biciclette le affittavano ed i prezzi erano modici.
Quelle biciclette avevano tre ruote per evitare che i meno esperti potessero cadere, ma avevano anche una versione calessino, in cui i pedali non bisognava farli ruotare, come accade nelle comuni biciclette, ma bisognava spingerli, come si fa nelle macchinette a pedali, appunto!
Dopo qualche giro nel piazzale, il rito si concludeva con una visita agli animali: Gino, ‘a scimmia da’ villa, e Tony, u’ liafanti, oltre e’ papiri, e’ cigni e macari e’ pavuni ca facevunu a rota. Erunu autri tempi e nuautri n’accuddaumu cu’ picca.
Ogni tanto, però, le passeggiate alla Villa Bellini potevano essere sostituite da qualche variante non meno entusiasmante.
Di solito, ad esempio, abitualmente due volte l’anno, non di mattina, ma di pomeriggio o di sera, i genitori o i nonni ci portavano al circo.
In città se ne alternavano diversi: Orfei, Togni, Medici, Medrano, ecc. nei quali non mancavano mai i clown, i domatori di animali feroci, di elefanti o di cavalli, i trapezisti, i giocolieri, gli illusionisti, ecc. Alcuni circhi equestri avevano pure una sorta di zoo, la cui visita, però, si pagava a parte.
Io amavo andare al circo soprattutto perché mi piaceva partecipare ad un altro rito di quel tempo: la foto con il leoncino o con la scimmietta, che non poteva mancare mai.
Sì, erano altri tempi. Oggi ho cambiato idea, penso che gli animali al circo siano una vera inciviltà, una crudeltà da evitare assolutamente.
E appoi c’era ‘a giostra. Prima non era fissa, muntava e smuntava ogni simana, ora è fissa o’ Rotulu. Non è granché ma megghiu di nenti. I picciriddi di oggi, abituati a stari davanti e video giochi, abbasta ca nesciunu, s’accoddunu e s’addivettunu ‘u stissu.
Oggi è tutto differente, oggi tutto complotta a favore dei passatempi domiciliari e non so se è una buona cosa, anche perché molti di questi passatempi costituiscono la premessa per la contrazione della ludopatia.
E poi ni lamintamu. È ca addivintamu sempri chiù tinti ma non s’a diri. Ma iù ‘u ricu u stissu: semu chiù tinti e accussì non po’ durari. Arrusbigghiamini! Forza, allistemini ca non ci voli autru!