In Sicilia c’è un clima straordinario, ci sono 130 musei, 829 borghi, 6 teatri in pietra, 1.152 chilometri di coste, 10 siti marini riconosciuti come “bandiere blu”, il Vulcano attivo più alto d’Europa, alcuni vulcani minori anch’essi attivi, 6 aree marine protette, 7 beni riconosciuti come patrimonio Unesco, 5 parchi regionali, tre teatri lirici, un’orchestra sinfonica regionale, diverse decine di riserve, circa il 60% del patrimonio archeologico nazionale, decine di castelli, numerose feste religiose che muovono milioni di persone e tanto altro.
Ci sono Paesi che con molto ma molto meno riescono a promuovere eventi di straordinaria rilevanza, mentre noi non riusciamo a programmare nulla che dia stabilità ed armonia stagionale ai nostri flussi turistici.
Ma c’è di più: la nostra quasi inesistente rete ferroviaria, la nostra claudicante rete stradale ed autostradale, i nostri precari traghetti, fanno sì che la Regione rischi sempre di più di restare fuori dai flussi turistici più brevi, quelli della durata di una settimana o di un fine settimana, un tempo durante il quale si ha voglia di vedere il più possibile ma che, qui da noi, non possono essere sfruttati per via di un sistema di trasporto che funziona poco e male.
Possibile che il Governo nazionale continui a non metterci nelle condizioni di avere un sistema infrastrutturale pari a quello delle altre regioni?
Possibile che il Governo regionale non riesca ad andare oltre la promozione di qualche sagra e non riesca ad entrare nei circuiti che contano?
Che peccato: viviamo in un paradiso e non possiamo goderne. Viviamo in un paradiso eppure, ogni anno, 30.000 nostri concittadini sono costretti ad emigrare. Possibile che nessuno senta la voglia di organizzarsi?