/ Etichettare le persone sembra essere diventato lo sport nazionale. D’altra parte non costa nulla, basta orecchiare l’opinione, più o meno interessata, di qualcuno, leggere a saltare qualche post ed emettere un giudizio, di solito secondo schemi precostituiti, che non c’entrano nulla con il pensiero, il carattere, la personalità di colui il quale si intende etichettare.
Dal momento in cui si viene etichettati non contano più le cose che si pensano o che si dicono, né quelle che si fanno o che si sono fatte nel corso degli anni, conta solo quello che c’è scritto sull’etichetta che ti è stata attaccata addosso da chi, magari, neanche ti conosce, ma ha solo sentito parlare di te sulla base dell’etichetta costruita da altri, ma non sulla base della sostanza dei comportamenti.
Nel corso di tanti anni di politica sono stati in molti quelli che hanno provato ad etichettarmi, fortunatamente non c’è riuscito nessuno e chi ha insistito è stato smentito dalla storia e dalla vita.
Uno di quelli che ha provato ad etichettarmi è stato un ex presidente della Regione il quale non capiva come mai i disegni di legge che portavo in aula passavano con una certa facilità e con pochi voti contrari.
Beh, ho sempre provato a discutere con tutti, soprattutto con chi la pensava in maniera differente da me.
Credo che la politica sia confronto ma anche mediazione sugli obiettivi, mai sui principi. Qualche volta sono stato convincente, altre volte no, ma sono sempre riuscito a confrontarmi senza schemi predeterminati e soprattutto dimostrando di non guardare né le etichette dei miei interlocutori, né quelle che mi erano state appioppate.
Il buonsenso non può avere etichette, il buonsenso, così come l’amore, l’amicizia, i sentimenti in genere, non possono avere etichette e chi si ostina a non comprendere questa elementare considerazione, che riguarda me come altri, ha bisogno di tempo, ma prima o poi se ne convincerà.
Da questa considerazione, com’è ovvio che sia, sono esclusi coloro i quali hanno conclamate patologie psichiatriche.
So che ce ne sono parecchi, ma per loro vale la stessa regola: prima di etichettarli bisogna studiarli bene e capirne le ragioni comportamentali. Vi chiederete che senso abbia questo articolo oggi. Beh, c’entra! Le opinioni servono sempre.