Allo scontro ho sempre preferito il confronto, tuttavia mi rendo conto che sui social vengono premiate le posizione estreme, violente, e questo mi preoccupa moltissimo. La violenza non ha mai fatto bene a nessuno, neanche a quelli che spesso l’hanno predicata e praticata come unico strumento di crescita e cambiamento. La violenza e lo scontro non producono risultati equilibrati, ma vittime, talvolta innocenti, di percorsi che non dovrebbero essere stati mai intrapresi. Il confronto approda a soluzioni compatibili, rispettose delle opinioni degli altri e difficilmente produce vittime, al massimo può produrre errori per lo più rimediabili. Eppure ad affascinare e ad essere premiati sono sempre di più gli estremisti e gli estremismi, salvo poi pentirsi delle scelte compiute nel breve volgere di poche stagioni. Tuttavia, La colpa di fasi storiche violente, inconcludenti e talvolta pure volgari, come quella che stiamo vivendo, non è degli estremisti, che sono pochi, ma fanno molto bene il loro devastante lavoro di distruzione di qualsiasi cosa o di chiunque non risponda al modello al quale si rifanno, ma dei moderati, di quelli che amano il confronto ma non si espongono, non rischiano, non hanno il coraggio di difendere le loro idee. Se lo facessero, persino con un semplice like o partecipando ad un convegno sui problemi che ci affliggono quotidianamente, scoprirebbero di essere in tanti e magari, invece di nascondersi e dirti a mezza bocca che “ti seguono”, gli verrebbe la voglia di metterci la faccia. Sogno la “rivolta del timido buonsenso”, una rivolta pacifica ma profonda.