Alcuni anni addietro, ho avuto il privilegio di guidare una delegazione parlamentare italiana a Taìwan (isola di Formosa). In quella occasione ho avuto modo di incontrare diverse autorità locali: il Ministro degli Esteri, il Presidente della Repubblica, il responsabile della compagnia aerea nazionale, il responsabile del commercio con l’estero, il Presidente del parlamento, molti parlamentari, ecc. Sono tornato a Taìwan due anni dopo, alla guida di una delegazione di imprenditori siciliani, che in quella occasione hanno concluso interessanti accordi economici con i loro colleghi del luogo ed è stato anche sottoscritto una sorta di gemellaggio tra la Provincia Regionale di Catania e la Provincia di Kaohsiung. Si è trattato di un’esperienza straordinaria, che successivamente mi ha pure permesso di aiutare alcuni giovani medici siciliani a specializzarsi in agopuntura a Taipei. Qualche tempo dopo, una delegazione di Taìwan, guidata dal Presidente del Parlamento e da alcuni parlamentari, ricambiò la visita, venendo a Catania durante il periodo dei festeggiamenti agatini. In quella circostanza si tennero una serie di incontri con le massime autorità locali e regionali e con il sottosegretario all’economia Vegas, presente in città anche per altri impegni di governo. Purtroppo, in questi giorni, Taìwan continua ad essere minacciata dalla Cina, che non manca occasione per mostrare i muscoli sia dal punto di vista militare, sia dal punto di vista commerciale e finanziario. Si tratta di un fatto molto grave. Non credo che nel terzo millennio ci si possa trovare in situazioni simili tra Paesi evoluti, e ciò al di là delle origini della Repubblica taiwanese, nata dalla fuga di Chiang Kai Shek a seguito della rivoluzione cinese guidata da Mao Zedong. È per questa ragione che desidero esprimere la mia piena solidarietà al civilissimo, collaborativo e laboriosissimo popolo taiwanese, con l’augurio che le vicende internazionali che lo minacciano non degenerino e che la comunità internazionale sappia reagire di conseguenza, impedendo e condannando simili episodi.