Tra i tanti, ci sono due tipi di persone: quelle che cercano la verità, sulla base di informazioni e prove certe e documentate e quelle che prima stabiliscono quale, a loro avviso, sia la verità e poi cercano di “vestirla” in maniera da renderla credibile, magari alterando le informazioni di cui dispongono, pasticciando qualcosa o auto convincendosene.
La prima tipologia di persone si nutre di dubbi, come faceva Socrate, la seconda tipologia di persone si nutre di sospetti che percepiscono e spacciano come verità, pur non essendolo.
Ovviamente si tratta di posizioni profondamente diverse. Diceva il grande filosofo Bertrand Russell: “il problema dell’umanità è che gli sciocchi e i fanatici sono estremamente sicuri di loro stessi, mentre le persone più sagge sono piene di dubbi.”
Per la prima tipologia di persone, ad esempio, la giustizia è quella che emerge da prove e da riscontri certi e documentati, per la seconda tipologia di persone la giustizia è quella che fa loro più comodo, a seconda dei casi, magari perché, come scrisse un GIP di Palermo, non hanno voglia di leggere la noiosa documentazione di un processo.
Quando però capita che la verità vera non coincide con le loro surrettizie o strumentali convinzioni, con i loro teoremi, vuol dire che non è giusta e che c’è qualcosa sotto.
Infine, ci sono i servi del sistema dei sospetti e dei teoremi i quali, quando gli uni o gli altri vengono smontati, si trovano improvvisamente con le terga scoperte e cominciano ad arrampicarsi sugli specchi, senza neanche tentare di mettere in funzione quel poco di cervello di cui normalmente dispongono, magari svuotandolo dei luoghi comuni o delle informazioni di comodo di cui lo hanno o glielo hanno riempito.
Se costoro provvedessero solo a disincrostare i loro convincimenti, ammesso che siano sinceri, e provassero a usare un pizzico di buonsenso, si renderebbero conto di quante siano state le sciocchezze in cui hanno creduto, pensando che fossero verità.
Invece erano soltanto ipotesi, congetture, o magari soltanto il prodotto di meccanismi che non puntavano alla ricerca della verità, tenendo conto del difficile ruolo di ciascuno, ma dell’interessato tassello di un puzzle, necessario soltanto a far passare il tempo a quanti si illudono di essere artisti, ma sono solo sfaccendati copisti in cerca di qualche attimo di notorietà.