Le cronache dei vari telegiornali di alcuni mesi addietro hanno scoperto che a Catania si spaccia droga, anche se si hanno 9 o 10 anni di età.
Non è scandaloso solo che avvengano queste cose nella città Etnea, come altrove, è scandaloso, invece, che ci si stupisca, o si finga di farlo, in onore all’ipocrisia del “linguaggio politicamente corretto”.
Un linguaggio stereotipato che sta travolgendo qualsiasi verità che non sia in linea con i desiderata del mainstream dell’informazione, secondo cui “tutto va bene madama la marchesa”.
Purtroppo, quando i giovani che non frequentano corsi di studio regolari, non si formano e non cercano lavoro aumentano a macchia d’olio, stupirsi, o fingere di farlo, rappresenta un doppio errore.
Ciò di cui bisognerebbe stupirsi ed indignarsi davvero, invece, sono i mancati controlli da parte dei servizi sociali e delle stesse istituzioni scolastiche rispetto a quanti, pur essendo in età, non vanno a scuola, oltre che sulle condizioni delle loro famiglie.
Se il sistema dell’assistenza e dell’istruzione prevedesse verifiche serrate e agevolazioni serie in cambio della frequenza scolastica o formativa, piuttosto che per stare in casa a non fare nulla, forse molti ragazzini verrebbero sottratti alla strada, come lo sarebbero quelli indirizzati verso lo svolgimento, del tutto gratuito, di attività sportive.
Confesso che non ho la pretesa di aver detto nulla di originale, tuttavia mi stupisce che nessuno, proprio nessuno di istituzionalmente rilevante, stia facendo qualcosa di simile a quanto ho appena proposto.