E poi ci sono quelli che pensano che sia “meglio fare altro”, senza rendersi conto che l’unico modo per non fare niente è proprio quello di pensare che sia “meglio fare altro”, senza precisare né cosa, né come, ma perdendo tanto tempo in chiacchiere che oscillano tra il velleitario e l’inutile. 

L’esempio più eclatante riguarda quanti pensano che il ponte di Messina e le infrastrutture interne alla Sicilia siano l’uno alternativo alle altre, mentre sono complementari e quelli che, pur non avendo alcuna competenza ingegneristica, si impegnano a sostenere che il tunnel sia meglio del ponte, contribuendo a non fare né l’uno, né l’altro. 

In altro ambito ci sono pure quelli che sostengono che la scuola potrà essere la seconda famiglia quando la famiglia tornerà ad essere le prima scuola, mentre l’una e l’altra sono state sostituite dai programmi spazzatura che distruggono i valori buoni e spargono invidia sociale e miseria culturale a piene mani. 

Se invece di formulare ipotesi campate in aria ciascuno facesse ciò che sa fare sarebbe un bene per tutti.