Mi domando: gli impiegati delle compagnie aeree in servizio al check-in degli aeroporti lo sono? E i commessi delle farmacie? E i portieri d’albergo? E i commessi dei supermercati che rilasciano le tessere fedeltà?
Fino a quando il Paese non saprà liberarsi di queste e di altre incongruenze figlie di una burocrazia che alimenta se stessa e le proprie burofollie, con la complicità di una politica rimasta in mano a cabarettisti, bibitari o avventurieri pronti a tutto, non riuscirà mai a diventare un Paese moderno, efficiente e sicuro.
La riforma delle procedure burocratiche e della Pubblica Amministrazione nel suo complesso non è più rinviabile, da essa dipendono i destini di migliaia di investimenti, di milioni di persone; da essa dipendono il lavoro dei nostri figli e persino le future risorse che l’Unione Europea vorrà farci pervenire.
Insomma la modernizzazione dello stato non è l’insegna di un bar che si accende e si spegne a piacimento, ma un percorso logico e procedurale da avviare immediatamente ascoltando le ragioni di tutti: di chi le regole le deve scrivere e di chi le deve attuare.