Credo che il termine libertà sia tra quelli più inflazionati della lingua italiana e non solo, soprattutto perché ciascuno gli attribuisce il significato che ritiene più opportuno e soprattutto che gli fa più comodo.
Molti, ad esempio, lo considerano un termine assoluto, ma trascurano il dettaglio che nulla è più relativo della libertà, poiché essa finisce dove comincia quella degli altri, che non finisce mai nello stesso punto e nello stesso momento.
Ecco perché non può esserci alcuna reale libertà senza responsabilità e senza buonsenso. In proposito mi sono sempre dichiarato favorevole all’inserimento del concetto di libertà e di responsabilità nell’articolo uno della nostra Carta Costituzionale.
A questo punto del discorso, di solito, gli assertori della “libertà di comodo”, non riuscendo a dire altro, cambiano argomento e cominciano a parlare di “gomblotti” internazionali, com’è accaduto con i vaccini.
Fortunatamente, la “ferma convinzione” dei no vax, com’era prevedibile, ha cominciato a vacillare davanti ai risultati positivi dei provvedimenti del governo, che miravano a contenere il dilagare del virus ed a ricondurre nel giusto alveo il- concetto di libertà applicato alla salute di tutti.
Nei giorni del confronto più duro, ho fatto un giro per i centri vaccinali anti Covid e li ho trovati piuttosto affollati.
Evidentemente la libertà di poter uscire e circolare senza particolari limiti, sia pure esibendo il green pass, è stata più forte della libertà di chi voleva essere libero di non vaccinarsi, trascurando il dettaglio che, così facendo, limitava la libertà di chi non poteva farlo per ragioni di salute.