A partire da oggi 10 agosto e per tutti i prossimi mercoledì, Canale 5 riproporrà la fiction “I fratelli Caputo” con la regia di Alessio Inturri e che vede i due protagonisti, Nino Frassica e Cesare Bocci, contendersi la poltrona di sindaco in un piccolo comune siciliano, Roccatella. I due sono in realtà fratellastri, fin da piccoli messi l’uno contro l’altro dalle proprie madri, una meridionale e l’altra settentrionale, e adesso che dovranno lavorare a stretto contatto, i dissapori tra i due riemergeranno a galla. Tra i co protagonisti della fiction troviamo anche la straordinaria interprete e nostra conterranea Vitalba Andrea che ci ha concesso un’intervista parlandoci dei suoi esordi e dei suoi prossimi progetti. La incontriamo al bar del paese ai piedi dell’Etna, dove adesso risiede, e l’intervista si trasforma subito in una piacevolissima chiacchierata. Vitalba, infatti, sa metterti a proprio agio, regalandoti aneddoti esilaranti della sua vita e anche della sua carriera artistica, e non mancano le battute e le risate.
Quando è iniziata la tua carriera da attrice?
Ho iniziato a 17 anni per caso, frequentavo villa Cardì, un lido sulla scogliera, ed avevo fatto amicizia con Fortunato Rosati, se non ricordo male, che mi chiedeva aiuto perché aveva scritto una commedia, ma la ragazza che doveva interpretarla aveva vinto un concorso per lavorare come hostess. Quando me lo ha proposto io non volevo assolutamente saperne, mi vergognavo, adesso invece molti hanno provato a tirarmi giù dal palco ma io non ci riesco, sono innamorata di questo lavoro. Così sono entrata in una compagnia di filodrammatici del gruppo Teatro Azeta, capeggiata da Giambattista Spampanato.
Come sei entrata a far parte del Teatro Stabile di Catania?
È successo che qualcuno del Teatro Stabile mi ha visto recitare in questa compagnia filodrammatica e che mia sorella, che nel frattempo aveva fatto la scuola del Teatro Stabile, mi disse che cercavano una ragazza disposta a stare nuda sul palco per le Trachinie di Sofocle, era il 1979. Da lì sono entrata a far parte di questo Teatro, che è stato la culla della mia piccola crescita artistica. Il Teatro Stabile di Catania mi ha allevato e mi ha “usato”, nel senso positivo del termine, ancor prima che io frequentassi la scuola di recitazione. Poi ho deciso di fare la scuola, perché volevo migliorarmi, volevo parlare bene, volevo dedicarmi totalmente a quello che mi piaceva fare, ovvero recitare. Mentre facevo la scuola, sono partita per alcune tournèe, che a quei tempi duravano sei mesi, ed era bellissimo. Fin da allora faccio teatro allo Stabile di Catania ed anche in tutta Italia.
Al cinema invece come sei arrivata?
Anche lì è accaduto tutto per caso, perché noi venivamo da una scuola dove il nostro Guru, Giuseppe Di Martino diceva che il vero attore è quello di teatro e che chi fa cinema, perdona il termine, deve “pisciare le battute” ed aveva ragione. È successo che mia sorella andò a Roma a fare il provino con Gianni Amelio, dopo e lui le disse “sei bravissima ma a me serve una donna con queste caratteristiche”, allora mia sorella lo pregò di far fare il provino anche a me perché praticamente mi aveva descritto. Lui venne a Catania, perché doveva incontrare alcune persone, e mi fece il provino, così mi prese per il suo film. Di lì in poi ne ho fatti altri 18 o 19, non ricordo. Solo quando ho fatto cinema ho capito cosa volesse dire il mio maestro Di Martino con il termine “Pisciare le battute”.
Ovvero?
Significa parlare come io sto facendo adesso con te, mantenendo lo stesso tono di voce e rimanendo concentrati pur avendo una macchina da presa e centinaia di persone davanti. È un altro tipo di recitazione. Il cinema ed il teatro sono come due binari di un treno, camminano verso la stessa meta ma su due linee diverse ma parallele. Non si può dire che l’uno è più difficile dell’altro, perché se al cinema sbagli, ripeti la scena, ma se sbagli a teatro devi essere proprio di “coccio” perché hai un mese di prove per imparare le battute. Non parlo degli errori che spesso possono capitare, parlo invece della crescita del personaggio. Spesso al cinema cominciano a farti girare le scene finali, ed è proprio lì che sta la bravura di un attore, ovvero interpretare un determinato fatto tenendo conto del vissuto del personaggio, anche se ancora quel vissuto non lo si è ancora girato.
Secondo molti pare che io abbia l’abilità sia per recitare e dare molto a teatro, sia per “pisciare le battute”, come diceva il mio grande maestro, Di Martino ed, ogni volta che vado in scena, lo ricordo sempre e faccio di ogni suo insegnamento, un vangelo.
Quindi suppongo che tra teatro e cinema, preferisci recitare in teatro?
Il Teatro, ed in particolare lo Stabile di Catania, per me è come una casa, ci sono cresciuta. Proprio per questo, ogni volta che non ho un impegno fuori ed il teatro mi propone qualcosa, io vengo qui, anche perché la gente per strada mi ferma per chiedermi quando potranno vedermi sulle scene. Il teatro per me è stato un grande psicoterapeuta, mi ha aiutato anche in molti momenti della vita, per questo motivo lo amo. A questa domanda non so dare una risposta, il teatro ed il cinema sono troppo diversi, non saprei scegliere, mi piacciono entrambi. Il cinema rappresenta una scommessa con te stessa perché la responsabilità che “risulti” la tua scena è sulle tue spalle, mentre in teatro, per venire bene tutto uno spettacolo, bisogna avere un feeling ed una coordinazione generale con tutto il cast. In entrambi i casi io faccio il mio lavoro con amore, e non mi reputo, come molti, un’impiegata statale che va a timbrare il cartellino e fa il suo lavoro tanto per farlo. Io ci metto tutta me stessa, perché senza il mio lavoro mi sentirei vuota, è il mio ossigeno.
E adesso parliamo della fiction che ti vede coprotagonista nel ruolo di Carmela, eterna innamorata di Nino Caputo (Nino Frassica), com’è stato lavorare con lui? Lo conoscevi già?
È stato bellissimo lavorare con Nino, non è stata la prima volta, avevamo già recitato insieme in Don Matteo, ma questa volta ci siamo conosciuti meglio. Figurati che prima di ogni scena che giravamo insieme, veniva nel mio camerino e mi chiedeva se avessi imparato a memoria la parte. Io ovviamente rispondevo di sì e lui: “Va bene, adesso scordatela e la recitiamo in modo nuovo”. Questo modo di lavorare io lo adoro e mi sono trovata totalmente a mio agio con Nino e con tutto il cast.
Quali sono i tuoi prossimi progetti?
I miei prossimi progetti saranno sia televisivi che cinematografici ma non posso anticiparti di più!
E allora, con l’augurio e la speranza di rivederla presto sullo schermo, grande o piccolo che sia, terminiamo la nostra chiacchierata gustando una freschissima granita e ci diamo appuntamento alla prossima!