“Cosa intende fare il governo per garantire i diritti di pesca nel Mediterraneo ed il libero e sicuro esercizio delle attività di navigazione e pesca da parte dei nostri connazionali? Intende rafforzare la vigilanza pesca già effettuata dalle navi militari? E quali iniziative diplomatiche vuole assumere contro l’estensione unilaterale ed arbitraria della Zee libica”.
A chiederlo è la senatrice di Fratelli d’Italia, Tiziana Drago, che ha presentato un’interrogazione al presidente del Consiglio ed ai ministri degli Esteri, della difesa e delle politiche agricole, alimentari e forestali sulla vicenda dell’attacco a due pescherecci italiani «Salvatore Mercurio» e «Luigi Primo», che navigavano in acque internazionali a largo di Bengasi, inseguiti e raggiunti da alcuni spari di una motovedetta libica.
“Purtroppo, quanto accaduto non è una novità, continua la senatrice Drago. Infatti, si tratta solo dell’ultimo episodio di ostilità nei riguardi delle imbarcazioni italiane dedite alla pesca e operanti in un’area marittima che si estende per 62 miglia oltre il limite di 12 miglia delle acque territoriali. Un’area che il governo di Tripoli, nel 2009, con atto unilaterale e non riconosciuto dalla comunità internazionale, ha autoproclamato ‘Zona economica esclusiva’. Peraltro, in passato Fratelli d’Italia in Senato attraverso puntuali interrogazioni dei senatori Urso e Rauti aveva sollecitato massima attenzione, nonché una chiara presa di posizione da parte del governo sul persistere di una situazione che tutt’ora continua ad esporre i nostri connazionali a rischi elevati”.
“Tutto questo però non è avvenuto, precisa la senatrice di FdI, ed anzi la vicenda sta assumendo i connotati di una controversia che è stata definita la «Guerra del pesce» nel Mediterraneo, che oramai va avanti da decenni senza una definitiva soluzione e che espone i nostri connazionali (e non soltanto) a situazioni di elevato rischio, facendo emergere la necessità di una chiara presa di posizione da parte del governo”.
“E’ evidente che la Libia non può, unilateralmente, impedire agli altri Stati, né tanto meno all’Italia, la navigazione e il sorvolo, come pure il suo utilizzo per la posa di condotte, cavi sottomarini e la pesca, attività quest’ultima che rappresenta, peraltro, uno dei comparti trainanti dell’economia siciliana. Ed inoltre è necessario ribadire gli accordi internazionali ed in particolare quanto stabilito dalla Convenzione di Montego Bay sul diritto del mare del 10 dicembre 1982. Per queste ragioni attendo dal governo e dai ministri competenti pronti e decisi interventi che mettano in sicurezza i nostri lavoratori e i legittimi interessi della nostra Nazione”, conclude la senatrice Drago.