La Regione Siciliana, come fa periodicamente, ma come non faceva da anni, sta per bandire concorsi per la copertura di numerosi posti resisi vacanti per il pensionamento di tanti funzionari, quelli che il Presidente dice che si grattano la pancia.
Onde evitare che l’occasione possa essere strumentalizzata, sarebbe più trasparente se le selezioni avvenissero per titoli, come accadde tra la fine degli anni ‘90 e l’inizio degli anni 2000 quando, per un po’ di tempo, non si registrarono spiacevoli vicende sia nei concorsi comunali e provinciali, sia in quelli regionali.
Truccare un esame può essere facile, truccare un’intera carriera curricolare è più difficile.
L’immissione di energie nuove nella Pubblica Amministrazione può rappresentare un’occasione estremamente importante per rinnovarla non solo dal punto di vista generazionale, ma anche come mentalità e modus operandi, ma a certe condizioni.
Il nuovo personale deve essere preparato, empatico, rispettoso delle leggi e dei regolamenti, efficiente. Da parte sua, la politica deve preoccuparsi di consentire al personale di applicare leggi ben scritte, di fornire sedi e attrezzature adeguate, di assicurare aggiornamenti frequenti e costanti.
C’è un’altra cosa che la politica deve fare: non chiedere favori ai dirigenti né agli impiegati ma pretendere diritti e doveri nell’interesse dei cittadini e del funzionamento complessivo dell’Amministrazione.
Come diceva Filippo Turati, dovremmo ricordarci che “le ferrovie non servono per i ferrovieri, ma per i passeggeri.” Ovviamente non servono neanche per gli scopi elettoralistici degli amministratori.