Un movimento politico territoriale come Unità Siciliana-Le Api non è mai stato, né può essere, innamorato delle formule partitiche di vecchia memoria, né delle sigle che le compongono: esserlo significherebbe fare un passo indietro rispetto a quanto è stato realizzato nei due o tre anni di lavoro sin qui svolto. 

Altra cosa sono i programmi, le scelte, gli obiettivi veri e ben supportati, attorno ai quali è possibile realizzare collaborazioni, alleanze, progetti di scopo e quant’altro serva a garantire il raggiungimento dei risultati stabiliti. 

La Sicilia non ha bisogno di alleanze fondate su sigle e formule astratte, prive di obiettivi chiari, in cui sia ben determinato il ruolo di ciascuna delle parti in causa ed i tempi di realizzazione. 

La Sicilia ha bisogno di lavoro, strade, autostrade, ferrovie, scuole, impianti, servizi, reti energetiche ed informatiche, ma soprattutto ha bisogno del Ponte, affinché si inverta il flusso economico dell’intera Europa partendo dal Sud.

Il ponte costituisce una infrastruttura che non è al servizio soltanto della Sicilia e della Calabria, bensì dell’intero Meridione, dell’Europa e del bacino del Mediterraneo. 

Il Ponte mette la Sicilia ed il Mezzogiorno al centro di tre continenti: Europa, Asia ed Africa il cui rapporto sinergico, ma anche veloce, sarebbe funzionale al miglioramento della qualità della vita in tutto il mondo, trasformando i conflitti falsamente religiosi di oggi in grandi opportunità economiche e sociali domani.