La scuola italiana, nonostante gli sforzi compiti dal Ministro Bianchi e dall’intero Governo Draghi, continua a fare acqua da tutte le parti.
I problemi vengono da lontano ed arrivano fino al precedente Ministro, che non ne azzeccava una, a cominciare dai famosi e costosi banchi con le ruote, che nessuno sa che fine abbiano fatto.
Per troppo tempo l’istruzione è stata considerata poco importante: programmi inadeguati, edifici decotti e poco sicuri, insegnanti precari, servizi insufficienti, concorsi non banditi e se banditi divenuti infiniti.
Eppure è dalla scuole che dovrebbe iniziare la vita di ciascun cittadino ed è nella scuola che bisogna preparare gli uomini, le donne, i lavoratori e le lavoratrici di domani.
La scuola serve a spingere il paese verso lo sviluppo, la crescita economica e civile, e verso la libertà, non verso il reddito di cittadinanza, la subalternità e la dipendenza.
Oltre la scuola, anche la tutela dell’ambiente ed il recupero del patrimonio artistico, architettonico e monumentale rappresentano settori nei quali i governi, sia quello nazionale che quello regionale, investono poco o nulla.
Eppure essi contribuiscono a formare la ricchezza materiale del paese. Non pensare alla tutela dell’ambiente e del patrimonio artistico, architettonico e monumentale è come trascurare la casa nella quale viviamo.
Se non ce ne occupiamo non solo rischiamo che ci crolli addosso, ma riduciamo il nostro patrimonio reale. Qualcuno lo spieghi a Roma e Palermo, che forse non lo hanno ancora capito bene..