Un tempo la scuola era maestra di vita, frequentarla rappresentava un privilegio per chi se lo poteva permettere, formava le coscienze e forniva gli elementino necessari ad affrontare il mondo e le sue contraddizioni.
Poi, fortunatamente, è diventata un diritto per tutti. Lo è diventato grazie al sacrificio di molti illuminati, di tante battaglie di civiltà, ma anche in virtù della consapevolezza che una maggiore conoscenza avrebbe permesso una maggiore e migliore crescita della qualità della vita per ciascuno.
Come sappiamo, però, il concetto di diritto potrebbe non essere molto chiaro, soprattutto per quanti non vogliono comprendere che deve sempre abbinarsi al concetto di dovere.
La cattiva interpretazione delle lotte del ‘68 e di quello che determinarono, nel bene e nel male, trasformarono il diritto allo studio in diritto alla promozione, che abbasso drasticamente il livello culturale degli italiani, costringendo quelli che potevano ad emigrare.
Qualcuno scelse un altro modello di scuola, quella che continuava a formare ed informare ma a pagamento, facendoci ripiombare nel fondo del baratro culturale dal quale eravamo riusciti ad emergere in tanti anni di lotte.
La scuola rappresenta il primo gradino di qualsiasi società che ha voglia di progredire, di crescere, di migliorare, ecco perché non può essere trascurata ma non può neanche essere messa nelle mani di un sistema e docenti il cui unico impegno è quello di non far coincidere il giorno libero con una delle festività di calendario.