Stando ai dati ufficiali forniti dall’ANCE, l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili e dalla Camera dei Deputati, nel nostro Paese, ci sono 749 opere pubbliche bloccate: 588 nel centro/nord e 161 nel sud.
Tra queste 18 riguardano interventi di grande rilevanza dei quali solo 6 ricadono nel Mezzogiorno e solo 2 in Sicilia.
L’importo complessivo dei lavori bloccati ammonta a circa 62 miliardi: 44,6 al centro/nord e 17,2 nel sud.
Per la Sicilia ci sono solo pochi spiccioli, dicono perché la Regione non è stata capace di elaborare i progetti necessari e le procedure previste dalla legge.
Se non si vuole passare per bugiardi, non ci si venga a dire che noi italiani siamo sulla stessa barca perché un transatlantico ed un gommone non sono la stessa cosa.
Di fronte a queste cifre ufficiali il Sud, al massimo, è una scialuppa del grande nave da crociera che è il Nord.
In una situazione simile non sarà affatto facile valorizzare il patrimonio artistico, culturale, archeologico di Napoli, di Bari, di Palermo, di Catania, ecc. né sarà facile poter utilizzare civilmente gli oltre 900 chilometri di costa della Sicilia, le sue decine di aree protette, le sue straordinarie potenzialità naturalistiche, poiché raggiungerle continuerà ad essere complicato.
Eppure nessuno ci pensa, nessuno si fa carico di rendere sinergiche le politiche delle regioni del Mezzogiorno: l’unica cosa che funziona sinergicamente è la costante emigrazione dei nostri giovani che partono e che difficilmente torneranno.