La situazione che stiamo vivendo sta facendo emergere un paese solidale e operoso, capace di affrontare la crisi con impegno, generosità e grande senso di responsabilità.
Forse il governo dovrebbe tenerne conto e dovrebbe mettersi rapidamente al passo con ciò che la società e l’economia hanno dimostrato di saper fare.
Tuttavia, bisogna fare di più sul piano della ripresa produttiva, sociale e lavorativa, per ricollocarci in una condizione di progressiva normalità.
Quando l’emergenza sanitaria sarà finita dovremmo avere la possibilità di trovare un tessuto produttivo e commerciale pronto a recuperare subito il tempo perduto ed a rimediare ai danni provocati dalla lunga sosta. Sul piano della resilienza noi siciliani siamo bravissimi, ma la resilienza non basta.
Per ripartire a ritmi adeguati ci vogliono le infrastrutture, le strade, le autostrade, le ferrovie, l’alta velocità, il ponte, le scuole, le manutenzioni, le reti informatiche, idriche ed energetiche e ci vogliono le riforme, che non possono più attendere.
Un Paese è moderno ed al passo con i tempi quando cresce armonicamente, quando recupera il rapporto con i cittadini, quando dispone di una qualità dei servizi in sintonia con le attese dell’utenza.
Possiamo dire, in tutta onestà, che sia no già in questa situazione? Direi di no, dunque, non fermiamoci, continuiamo a combattere, soprattutto qui al Sud dove tutto manca e tutto diventa più difficile.