Eugenio Bonanno 

       

Il 2022,nonostante i venti di guerra e la ricomparsa dell’inflazione,si presenta come una formidabile occasione per adeguare l’assistenza sanitaria alle vecchie e nuove esigenze degli italiani,anche alla luce delle carenze emerse durante la Pandemia.

Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza)  è il documento strategico che il Governo Nazionale ha predisposto per accedere ai fondi del programma Next generation (NGEU) e prevede  sei missioni fondamentali, descrivendone le priorita’ di investimento per un arco temporale di 5 anni.

La sesta missione è proprio dedicata alla Salute,per la quale sono destinati su scala nazionale circa 20 miliardi di euro,una vera e propria montagna di soldi. 

E,per la parte che ci puo’ riguardare regionalmente,  l’Assessorato Regionale della Salute ha predisposto  nel dicembre 2021 un apposito promemoria per la scelta , l’ubicazione e la creazione di nuove strutture sanitarie chiamate : Ospedale di Comunita’ (OdC),Casa di Comunita’ (CdC) e Centrale Operativa Territoriale (COT).

In breve si tratta di:

-OdC :Residenza in grdo di erogare assistenza sanitaria di breve durata,riservata a quei Pazienti,che, pur non presentando patologie acute ad elevata necessità di assistenza medica, non possono tuttavia essere assistiti  adeguatamente a domicilio per motivi socio sanitari;

-CdC :Una ogni 40 -50 mila Abitanti e serve come un filtro sul Territorio per evitare accessi impropri negli Ospedali .La gestione prevedeuna presenza medica (h.24) ed infermieristica (h.12);

-COT: Una ogni 100 mila Abitanti  per l’organizzazione delle attivita’ domiciliari e della ricerca ed attivazione delle risorse migliori per il setting assistenziale del  paziente.

In questo promemoria sono stati quindi previsti  per l’intera Regione:

-N.39 Ospedali di Comunità (OdC) ;

-N.146 Case di Comunità (CdC) ;

-N.49 Centrali Operative Territoriali (COT) .

A tutto ciò si aggiungeva pure la destinazione e la denominazione dell’immobile ed il Comune selezionato dove prevedere  l’ubicazione delle strutture.

Il promemoria  ,dopo ampia consultazione con le forze poltiche e sociali ,  al fine di evitare di innescare guerre fra poveri e di chiarire ai cittadini cosa c’è dietro queste sigle e cosa possono significare per avere una sanità diversa e più ancorata al territorio,e’ stato fatto proprio dalla Sesta Commissione “Servizi Sociali e Sanitari”dell’ARS ,che con la Risoluzione n.35 dei primi di Marzo 2022,ha adottato uno specifico Atto di Indirizzo in ordine alla definizione del  Piano operativo regionale,relativo agli interventi  di parte sanitaria del PNRR per l’arco temporale 2021-2026.

Il Piano prevede quindi la realizzazione delle seguenti strutture sanitarie,in aggiunta all’attuale programmazione ospedaliera e territorio:

Asp    di   Ag          :   CdC    n.19       –       OdC    n.3      –     COT    n.4

   “           Cl           :     “      n.9           –          “       n.2      –       “       n.4

   “           Ct           :     “      n.29        –          “       n.10    –       “       n.10

   “           En          :     “      n.5           –          “       n.2      –       “       n.2

   “           Me         :     “     n.20         –          “       n.6      –        “       n.7

   “           Pa          :      “     n.39         –          “       n.11    –        “       n.12

   “           Rg         :       “      n.9          –          “       n.3       –        “       n.3

   “           Sr          :       “      n.12        –          “       n.4       –        “       n.4

   “           Tp         :       “      n.13         –          “       n.3       –       “       n.4

    Per un totale di  Casa di Comunità n.155 ; Ospedale di Comunità n.44  – Centrale Operativa Territoriale n.50. 

Ora uno dei punti di forza di questa programmazione deriva da quanto previsto dai Regolamenti, che accompagnano e fanno parte integrante del PNRR e cioe’ che tutto viene scadenzato da un cronoprogramma definito  a monte.

In altri termini,se   entro il 2022 non si impostano al meglio le iniziative  inserite nel Piano  e non si rispettano le scadenze temporali,non si potra’ accedere agli ulteriori finanziamenti previsti da parte della Commissione  Europea ,con l’aggravante di perderli perché stornati altrove.    

Tutto cio’ peraltro rischia di essere  un deja vu,una procedura sperimentata ma  troppo unidirezionale,se non proviamo  a cambiare sia la forma che la sostanza nel metodo di lavoro da seguire.

Quello che preme sottolineare, per evitare un libro dei sogni e fare un bagno di sano realismo,è che occorre avere una visione complessiva e lungimirante sulla intera strategia di rafforzamento  e sviluppo delle reti e dei  presidi territoriali. 

Il che significa che, oltre al discorso sulla variabile Strutture sanitarie(a) ,occorre affiancare in parallelo e con la stessa attenzione, anche quello sulla variabile Personale (b) e quello sulla variabile Mezzi  e/o   Attrezzature sanitarie (c) a disposizione e farli progredire possibillmente in contemporanea!

Se vogliamo che l’erogazione di un servizio sia efficace,efficiente ed economico e’ necessario e prioritario attenzionare e realizzare queste tre variabili con una tempistica ed un cronoprogramma, tali da evitare sfasature e tantomeno ritardi dannosi 
fra le stesse.Altrimenti rischiamo di realizzare delle scatole vuote sia di personale che di attrezzature!

Se c’è infatti una lezione che ci viene dalla lotta alla pandemia è quella di potere reperire e disporre di adeguato e formato personale sanitario e parasanitario.Non dimentichiamoci che per quasi 15 anni i tetti di spesa per il personale del SSN sono stati vincolati ai livelli del 2004 meno l’1,4%(sic!) e solo con il D.Lgs.

n.35/2019,come modificato dalla legge di conversione n.60/2019,si è cominciato ad invertire la tendenza dei tagli del personale con lo sblocco del turnover.

Del resto stabilire priorità e tempistiche quanto piu’ uniformi nelle tre agende di lavoro  mette in condizione,ad es. per il personale, di aggredire il numero chiuso delle facoltà e delle specializzazioni ,la formazione,l’aggiornamento,ecc.

Infine, sarebbe ora anche di muoversi non solo  “ per Obiettivi “,che rischiano di essere solo cartacei e di facciata,ma anche di  cominciare a privilegiare “ i  Risultati”,promuovendo  una diffusa capacita’ di valutazione degli stessi, estendendo, ad esempio, alle strutturec territoriali quanto previsto nelle perfomance ospedaliere.

È tempo di cambiare approccio e mentalità in coerenza con quanto si diceva durante la pandemia e cioè:Nulla sarà più come prima!