di Eugenio Bonanno
Da quando è cominciata questa maledetta guerra fra Ucraina e Russia (siamo già al quindicesimo giorno),sui media sta passando un fiume ininterrotto di foto e filmati,ora tragici dal teatro di guerra,ora fantastici ed idilliaci dai centri commerciali di casa nostra.
Intendo riferirmi ,ad es.,da un canto alla foto pubblicata in prima pagina dal quotidiano “la Repubblica “il 9/03/22 ,chiamata la Salvezza,dove un poliziotto ucraino mette in salvo un bambino dalle bombe a Irpin,città alle porte di Kiev.
Dall’altro canto ,allo spot commerciale-pubblicitario dove una mamma in un supermercato chiede candidamente alla sua bambina,rimasta incantata davanti al bancone dei prodotti di una nota ditta dolciaria(budini e torte),quale di questi desiderasse in particolare,visto che i prodotti esposti sono almeno una ventina o più,e la bimba allegramente risponde :tutti!
Non voglio esprimere nessun giudizio moralistico per le due istantanee,così stridenti fra di loro e con storie diversissime,ma mi chiedevo se mai riusciremo a metabolizzare ed assimilare,in questa orgia di “bombardamento mediatico”,la coabitazione di due episodi così distanti fra loro: perché la prima evidenzia un bisogno primario e cioè la vita e la sopravvivenza;la seconda rappresenta un bisogno secondario,terziario e giù di lì,di gola e piacere alimentare,in una ipotetica scala valoriale.
Ma soprattutto,in piena società dei consumi,ma anche in tempi di globalizzazione, candidati come siamo a diventare persone con disturbi dissociativi,dato lo scenario così altalenante fra la vita e la morte anche di adolescenti,o restare indifferenti nei nostri gusci individuali,che società consegniamo alle nuove generazioni,se non saremo capaci di coniugare con la forza della ragione i valori di una pacifica convivenza civile?