Qualcuno, ottenendo ragione pur non avendola, ha tentato di far credere che 1.000 parlamentari italiani, democraticamente eletti dal popolo, sono tanti e costano parecchio (meno di un euro l’anno per cittadino), nascondendo il fatto che il loro taglio, voluto dal referendum penalizzerà soprattutto il Sud, che è l’unica parte del Paese che si svuota per mancanza di lavoro, e dunque perde seggi e capacità di rappresentanza.
Nessuno, però, dice che in Italia esistono ben 5.766 società partecipate degli enti locali che costano decine di miliardi: molto ma molto di più di 1.000 parlamentari.
Ma soprattutto nessuno dice che il 58,51% di queste società si trova al Nord, il 20,64% si trova al Centro, il 14,46% si trova al Sud e solo il 6,27% si trova nelle Isole, cioè in Sicilia ed in Sardegna.
I cittadini del Sud , della Sicilia e della Sardegna devono battersi affinché l’informazione che li riguarda, che riguarda il territorio in cui vivono, sia sempre veritiera e completa!
Ma devono battersi anche perché la democrazia ed il buonsenso non si pieghino a logiche che hanno poco a che vedere con la sovranità popolare, con la libertà, con la responsabilità e con l’esigenza di avere un Paese che sia realmente uguale in dignità e diritti in ogni sua parte, dalle Alpi a Capo Passero.