A quanto pare l’ARS vuole mettere mano alla riforma dello statuto regionale, nel tentativo di adeguarne alcune parti alle mutate condizioni economiche, sociali ed istituzionali della Regione rispetto allo Stato. 

In altri tempi, con altro personale politico, con un territorio in fase di sviluppo avrei accolto con grande entusiasmo una notizia del genere, io stesso, in passato mi sono fatto artefice di una proposta di modifica dello Statuto siciliano. 

Oggi, però, purtroppo, i tempi sono questi, il personale politico si commenta drammaticamente da solo, la recessione è galoppante e soprattutto all’ARS è arrivato il “Legavirus”, che tenta di affermare le sue posizioni a suon di transfughi. 

Vi immaginate che fine rischierebbe di fare il dolosamente inapplicato statuto siciliano in mano a cotanti personaggi? 

I pretesti che ne hanno impedito il funzionamento diventerebbero legge! Occhi aperti, cari siciliani, perché quelli che si considerano duri e puri sono convinti che l’essere un buon politico significhi, metaforicamente, sapere che con il semaforo rosso ci si ferma e con il semaforo verde si passa. 

Sarebbe troppo facile! La realtà ci insegna ben altre cose delle quali bisogna tenere conto prima di commettere qualche imprudenza.

Un buon politico, infatti, è quello che sa cosa fare quando il semaforo è giallo, riuscendo a non provocare alcun incidente, ma anche a non arrivare in ritardo ad un appuntamento. Che ci si debba fermare con il rosso e che si possa passare con il verde è troppo facile.

La politica è scelta, è mediazione, è competenza, è correttezza, è intelligenza. La politica è per molti ma non per tutti; gli altri, però, si sforzino almeno di comprenderla o resteranno sempre fregati.