Pensate: per comprare un caffè ci vogliono più di due chili di arance, ci vogliono 13 carciofi, ci vogliono quasi quattro chili di frumento, posto che, a causa delle pericolose importazioni dai paesi che usano concimi vietati, lo sia riesca a vendere.
Tutto questo accade perché la nostra agricoltura non è sufficientemente tutelata, anzi, viene costantemente svenduta per soddisfare logiche economiche che privilegiano l’estero, ovvero altri tipi di produzioni ed altre aree del Paese.
I siciliani devono imparare a stare sempre al fianco degli agricoltori della loro regione e del Sud nell’interesse della loro attività e della loro salute, che viene costantemente messa a rischio da prodotti importati scadenti e irregolari.
Devono farlo non perché qualcuno glielo imponga ma perché è giusto che sia così. I primi promotori delle nostre risorse dobbiamo essere noi stessi, poiché nessuno meglio di noi può valorizzarne gli aspetti.
Mi auguro che, alla luce di queste brevi considerazioni, finiscano le chiacchiere e le polemiche che fanno il gioco di chi vuole mantenere la nostra regione nelle mani di nessuno o dei soliti noti, ovvero di coloro i quali vengono in Sicilia ed al Sud per chiedere consenso ma utilizzano i voti ottenuti per prendere, altrove, le decisioni che riguardano la nostra regione.
Gli effetti sono evidenti e soffermarsi a spiegarli appare persino inutile. La verità è che senza un partito del Sud e della Sicilia che risponda al territorio, nessun “grande politico Siciliano” potrà mai avere la possibilità di fare di più di quanto non si sia fatto fino ad oggi.