Credo che ormai sia chiaro a tutti che stare dietro la porta di qualche potente per ottenerne dei benefici illeciti sia tempo perso, poiché, fortunatamente, i margini di manovra per chi ha sempre vissuto di favori e non di diritti si sia molto ristretto.
Penso che tutti abbiano compreso che la situazione è cambiata, persino le intelligenze più semplici. Insomma, la clientela per fini di acquisizione di consenso non rende come un tempo. Oggi l’attenzione, i voti e l’adesione ad un progetto politico presuppongono qualità diverse da quelle di chi è abituato a gestire miserie.
Questo importante dettaglio limita a due le possibilità di chi è chiamato a scegliere la classe dirigente: o per logica convinzione rispetto alle proposte che vengono formulate o per fede ideologica.
Chi lo fa per convinzione analizza le ipotesi che gli vengono sottoposte, le valuta, si informa, cerca la competenza, ascolta e si forma un’idea.
Chi lo fa per fede ideologica non si pone alcuna domanda, crede e basta, persino alle bugie più evidenti, magari a causa della disperazione e del disagio, salvo poi a rimanerne deluso.
A quel punto, per evitare di apparire cretino, dice frasi del genere: sono tutti uguali…non ci si può fidare di nessuno…non cambia mai nulla…è tutto inutile…ecc. tentando di coinvolgere nella propria delusione anche altri.
Tra gli appartenenti a questo secondo gruppo non mi è mai capitato di sentire nessuno che dicesse: mi dispiace, è anche colpa mia! Eppure sarebbe il primo passo verso la conquista di una nuova consapevolezza civile.