Il Sud è quasi scomparso dall’agenda di governo, anzi, per meglio dire, la sua immagine si è palesemente annebbiata, fino a diventare indistinta rispetto al resto.
Gli interventi di natura fiscale e Dio natura infrastrutturale che si ipotizzano riguardano soprattutto le aree forti del Paese nelle quali l’incremento marginale che potranno determinare sarà minimo.
I cittadini, incattiviti e sfiduciati dagli scandali e dalle “bufale”, di cui vengono nutriti quotidianamente, ed alle quali reagiscono acriticamente, appaiono del tutto disorientati e passivi, tanto da non rendersi conto, soprattutto nelle aree depresse, che il problema non è l’immigrazione riguardate qualche centinaio di disperati, ma l’emigrazione di decine di migliaia di nostri figli: i più preparati ed i più coraggiosi, che lasciano il Paese per non tornare più.
In Europa siamo considerati ai margini e presto qualcuno ci presenterà un conto molto salato, mentre noi continuiamo a perdere tempo in liti da avanspettacolo.
È necessario accelerare il processo di formazione di un partito interregionale che rappresenti i territori, i vari Sud della nostra Italia e che sia dotato di una classe dirigente che risponda agli elettori, non agli speculatori, né alle logiche interessate di qualche potenza straniera in cerca di nuovi mercati.
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