Meno le cose si conoscono o si capiscono e più si è portati a crederle: non vorremmo ma purtroppo è proprio così, quindi bisogna intervenire nel più breve tempo possibile per evitare danni gravi a tutti i livelli. 

Chi non conosce o non capisce non è in grado di confutare le informazioni che riceve, dunque, è portato a considerarle vere o ad ignorarle. Chi le considera vere le diffonde senza rendersi conto che sta contribuendo ad avvelenare l’opinione pubblica orientandola verso menzogne non certo innocenti.

In entrambe i casi, comunque, fa il gioco di chi gli fornisce le informazioni il quale, al contrario, sa bene se sono vere o false e sa pure perché le ha concepite e perché gli interessa comunicarle. Chi non sa nulla, chi non ha gli strumenti per separare il vero dal falso, “il grano dal loglio”, è portato a dar credito a qualunque cosa ed a farsene “portatore sano”.

Una situazione del genere non può più essere tollerata. Uno Stato degli di questo nome non può non tutelare i propri cittadini, lasciandoli inermi nelle mani di un manipolo di mascalzoni pronti a carpirne ed a utilizzarne la buona fede. È per questo che bisogna mettere mano subito ad una legge che istituisca il reato di “diffusione di notizie false e tendenziose”, insomma, per dirla in maniera più informale ma non certo meno i chiara,  il reato di “bufala”.

Tenere basso il livello culturale di un Paese o sommergerlo di fake news o di luoghi comuni, spacciati per verità rivelate, serve solo ai peggiori e obbliga gli altri a subire.