Il 3 gennaio del 1911, esattamente 110 anni fa, nasceva a Milano il grande compositore cinematografico Nino Rota, noto in tutto il mondo per aver arricchito, con la sua musica, i film di registi italiani tra cui Visconti, De Filippo, Monicelli, Soldati, Zampa, Lattuada, Wertmüller, Zeffirelli, Comencini, e di registi esteri come René Clement, King Vidor e Francis Ford Coppola – è inoltre grazie a quest’ultimo che Rota si aggiudicò l’Oscar per la Migliore colonna sonora con “Il padrino-Parte II”.
Nato in una famiglia di musicisti – il nonno materno fu anch’esso compositore mentre la madre vantò, prima di dedicarsi al figlio, una carriera da pianista – Rota già da piccolissimo si dimostrò un portento nel comprendere la musica, al punto da comporre le sue prime melodie a soli otto anni. I suoi studi nel Conservatorio di Milano, e presso docenti privati di alto prestigio, lo condussero negli Stati Uniti d’America dove, tra l’altro, ebbe modo di confrontarsi con nomi noti della musica. L’ingresso nel mondo del cinema e la collaborazione con i vari registi gli valsero un Golden Globe, un Grammy Award, un Premio BAFTA, un David di Donatello e ben cinque Nastri d’argento.
L’apice della carriera fu però raggiunto grazie al sodalizio, artistico e personale, stipulato con Federico Fellini. La collaborazione tra i due iniziò nel 1952 con il film “Il soldato bianco” e durò ben 27 anni concludendosi, a causa della morte prematura di Rota, con il film del 1979 “Prova d’orchestra”. La comunanza di intenti tra il regista riminese e il compositore milanese fu ciò che riuscì a suggellare la loro cooperazione: se da una parte Fellini apprezzava Rota per l’utilizzo che ne faceva della musica all’interno di una narrazione cinematografica, accompagnando le immagini senza prevalere su di esse, d’altra parte Rota era forse l’unico a saper interpretare in musica il cinema onirico e favolistico di Fellini.

Ispirandosi vicendevolmente, i due professionisti hanno sempre consegnato al pubblico prodotti di raffinata valenza artistica, quasi fossero partoriti dalla stessa mente creativa. Tra i primi brani più apprezzati dalla critica, composti da Rota per Fellini, indimenticabile è la soundtrack del film “La Strada” (1954) che riesce, con le sue note, a rievocare il significato profondo del film. Memorabili poi le musiche composte per “La dolce vita” (1960) ed in particolare il brano “La bella malinconica” dal sapore raffinato e – appunto – malinconico. “La passerella d’addio” è invece il brano più noto ed apprezzato di “8½” (1963) che unisce in un connubio perfetto la giocosità della musica da circo a toni più cupi e angosciosi, restituendo così una melodia in grado di rispecchiare perfettamente il mondo irreale di Fellini, che si trova a metà tra l’utopia e la distopia. Non si può poi non ricordare il tema musicale composto per “Amarcord” (1973), film il cui titolo significa, in dialetto romagnolo, “io mi ricordo”; allo stesso modo, le musiche di Rota rievocano con dolcezza ricordi, mostrati nel film, di un passato nostalgicamente custodito.

Proprio oggi, in occasione dei 110 anni dalla sua nascita, esce il disco “Nino Rota-Amarcord” per ricordare la maestria del compositore milanese e riscoprirla con 15 brani inediti. Nel doppio LP, i brani composti per il film del 1973 sono stati restaurati e rimasterizzati, per consentire così un’esperienza d’ascolto ottimale, atta a rievocare non solo le atmosfere felliniane ma anche il ricordo del periodo più florido del cinema italiano fatto di grandi firme, ammirate ad apprezzate da tutto il mondo.

Ilenia Giambirtone