Abbiamo bisogno di una svolta nella gestione delle vaccinazioni. È evidente che qualcosa non sta funzionando visto che restiamo tra le nazioni più lente ed anche tra le più colpite sia come contagi che come decessi. Avere sostituito il commissario Arcuri con il generale Figliulo, spazzando via uno degli esponenti più contestati della vecchia gestione, ma anche aver nominato Curcio a capo della protezione civile da finalmente la speranza di una cambio di marcia.
Ma non è sufficiente, perché se una cosa abbiamo imparato da questa pandemia è che la gestione regionale della sanità non è efficiente ne efficace. La ricca Lombardia ha dimostrato enorme incapacità gestionale, oltre che una scarsa capacita di valutazione e di equilibrio tra la necessità di favorire l’economia e quindi la riapertura di uffici e negozi, e quella di garantire la salute della gente. Difficile dimenticare la quantità di anziani deceduti a causa di tale incapacità. Ed oggi la quantità di dosi inoculate è proporzionalmente inferiore a quella campana, che ne ha ricevuto meno proporzionalmente alla propria popolazione.
Oggi vediamo quindi quanto si siano dimostrate faziose le decisioni circa la distribuzione delle dosi vaccinali , e non si può fare a meno di pensare alla spesa storica, quella per cui molte regioni del sud fanno fatica ad andare avanti, al contrario di quelle del nord che hanno cifre maggiori.
Senza contare che mentre in Italia si perdevano tra il 2012 e il 2018 oltre 42mila sanitari, sia medici che infermieri, mentre in Campania venivano a mancarne quasi 11mila, negli ospedali lombardi ne venivano assunti 290, permettendo di autodefinirsi “il fiore all’occhiello” della sanità italiana, anche i dati sulla gestione del covid ci indicano altro.
Per non parlare dei criteri di vaccinazione che sono diversi da Regione e Regione e non sempre appaiono razionali.
Una decisione centrale da parte del ministero, sia sulla distribuzione che sulla scelta delle categorie da vaccinare per prime e con quali vaccini, sarebbe certamente una misura più razionale, e ci aspettiamo che i nuovi responsabili di un ambito che oggi da solo, potrebbe restituirci una vita normale ed una ripresa dall’economia, siano in grado si redigere e mettere in atto un vero piano vaccinazioni, con scadenze precise e destinatari ben individuati, individuando luoghi, medici, e attrezzature al di la di fiori e gazebi.