IL VESCOVO RASPANTI: “I POVERI SONO SEMPRE CON NOI E NON SONO RICONOSCIUTI”

Domenica 14 novembre 2021 si celebra la V Giornata Mondiale dei Poveri dal titolo “I poveri li avete sempre con voi” (Mc 14,7). Nonostante l’incertezza di questo particolare tempo storico a motivo del Covid-19, la Chiesa si trova a vivere un tempo opportuno: il cammino sinodale, che non può escludere i poveri, il tesoro della Chiesa, così come suggerisce san Lorenzo. Per il mondo essi sono “scomodi” ma sono la denuncia profetica di Dio alla nostra condotta indifferente.

Papa Francesco esorta: «Il Vangelo di Cristo spinge ad avere un’attenzione del tutto particolare nei confronti dei poveri e chiede di riconoscere e molteplici, troppe forme di disordine morale e sociale che generano sempre nuove forme di povertà. Sembra farsi strada la concezione secondo la quale i poveri non solo sono responsabili della loro condizione, ma costituiscono un peso intollerabile per un sistema economico che pone al centro l’interesse di alcune categorie privilegiate. Un mercato che ignora o seleziona i principi etici crea condizioni disumane che si abbattono su persone che vivono già in condizioni precarie» (Messaggio della V giornata mondiale dei poveri, n.5).

Noi cristiani siamo a favore della vita – dichiara don Orazio Tornabene, direttore Caritas diocesana – e spesso ci limitiamo a discutere solo della difesa dell’inizio e fine vita, senza preoccuparci molto se vi sono fratelli e sorelle che soffrono la quotidianità. Auspico – continua don Orazio –   di accogliere l’opportunità del cammino sinodale, che trova nell’itinerario dialogico il suo principio fondamentale per osservare la realtà. Diamo ascolto non solo a chi dispensa servizi di carità, ma anche a chi ne è beneficiario”.

Una comunità, quindi, deve ascoltare la voce di tutti e deve farsi carico di coloro che hanno perso la forza di piangere.

“I poveri sono sempre con noi – asserisce mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale – e non sono riconosciuti. Cristo, il povero per eccellenza, si dona ogni giorno sui nostri altari e presenta al Padre il grido dei più fragili che sfugge alle nostre orecchie. Profittiamo del cammino sinodale per ascoltare e far sì che le nostre comunità diventino corpo di Cristo, nel quale nessuno è escluso”.