Qualcuno spieghi a questi incoscienti che finalizzano la loro azione politica al raggiungimento di transitori risultati di natura elettoralistica, che il problema dell’Italia non è spendere le somme di cui dispone, ma come spenderle, evitando di sprecare e soprattutto facendo in modo che la spesa effettuata avvìi un percorso virtuoso di sviluppo e crescita a più livelli.
Si può spendere, anzi, è giusto spendere, per realizzare infrastrutture, per migliorare il sistema produttivo, per elevare la qualità dei servizi, per rendere più funzionale la macchina amministrativa, per creare occupazione, per sostenere chi non è nelle condizioni di lavorare.
Si può spendere per migliorare la qualità professionale dei lavoratori pubblici e privati, per costruire un sistema di istruzione efficiente, per valorizzare il patrimonio artistico e culturale del Paese trasformandolo in una risorsa.
Al contrario, non si può spendere, anzi, è sbagliato farlo, per mantenere dei fannulloni da strapazzo a carico dello Stato o per continuare a sopportare una magistratura ed una burocrazia lente, inefficienti e corrotte, del tutto incompatibili con un Paese che ha bisogno di crescere, soprattutto al Sud.
Rinviare ancora quelle riforme che servono a rendere l’Italia più efficace, più efficiente e più moderno, significa rinviare il cambiamento e rinviare il cambiamento significa sprecare opportunità e risorse.