Noi siciliani non possiamo cadere nella trappola di chi vuole i nostri voti, ma non intende assumere alcun reale impegno concreto per migliorare le sorti di questa terra.
Noi siciliani dobbiamo riuscire a costruire una classe dirigente post-ideologica che, rispettando le proprie origini, adesso sia pronta a rispondere al territorio, non alle gerarchie dei salotti politici.
Basta con le deleghe in bianco ai partiti nazionali, basta con le promesse elettorali. Vogliamo contribuire a formare politici onesti e capaci che rispettino gli impegni assunti e ne diano conto.
Non è difficile ma bisogna uscire dal letargo, ammettere gli errori del passato, smetterla di fare i mendicanti, valorizzare le risorse di cui disponiamo, batterci per avere ciò che ci spetta.
Per riuscire dobbiamo recuperare la passione, il buonsenso e la dignità che talvolta abbiamo perduto.
Per riuscire dobbiamo delegare meno i e partecipare di più. Per riuscire dobbiamo essere più critici e meno polemici e soprattutto dobbiamo trovare la forza per alzarci dai nostri comodi divani e scendere in piazza per rivendicare quanto ci è dovuto ovvero quanto ci è stato sottratto a causa della nostra inqualificabile pigrizia.