Cercare di costruire un nuovo modello politico, legato prevalentemente agli interessi della Sicilia e di tutti i Sud del Paese, con chi non riesce ad uscire dai vecchi schemi non è affatto facile.
Sostenere le aspettative dei siciliani e di chi vive in aree depresse vuol dire abbandonare le gabbie ideologiche, nelle quali siamo stati rinchiusi da decenni, grazie alle quali i partiti tradizionali, senza la necessaria resistenza di ciascuno di noi, hanno speso altrove le risorse che dovevano servire a migliorare la situazione strutturale, infrastrutturale ed occupazionale della nostra e delle altre Regioni in difficoltà.
Per salvarci c’è bisogno di un movimento post-ideologico fondato sugli interessi del territorio, sulla onestà, sulla trasparenza, sulla giustizia, sul rispetto dell’ambiente, sui diritti umani e civili, sulla competenza, sull’efficienza, sul merito, sulla responsabilità, sulla tutela delle nostre risorse, che sappia rispondere ai cittadini ed alle loro esigenze, non ai salotti della speculazione e dell’ipocrisia.
A questo tipo di soggetto politico lavoriamo già da qualche tempo, ma il percorso è lungo e difficile, anche perché i tentativi compiuti in passato hanno provocato delusione e disaffezione.
Mollare, però, significherebbe abbandonare la nostra regione nelle mani di avventurieri o pazzi pronti a svenderne gli ideali, il patrimonio, la storia e le tradizioni al migliore offerente.