I multi finanzieri internazionali che si permettono di pagare un calciatore circa 230 milioni di euro o di stipendiare un ragazzino con 6 milioni di euro l’anno per giocare al pallone, sono gli stessi che sostengono le società che governano certi partiti che passano per difensori del popolo.
Può esserci ancora sport agonistico e pulito in queste condizioni? È ancora sicura la nostra democrazia?
Possiamo ritenerci soddisfatti delle scelte che abbiamo compiuto ma di cui ci rifiutiamo di assumerci la responsabilità, anzi, per le quali tentiamo di scaricare la colpa su altri?
È giusto tutto questo mentre intere fasce sociali si sottraggono al rispetto della legge?
Aver contribuito a costruire una società dominata dall’invidia e dal materialismo più sfrenati rischia di trasformarci tutti non in fratelli ma in nemici, qualunque sia il tema del confronto.
L’invidia e la pigrizia sono la madre e la sorella della mediocrità, del pauperismo, della delegittimazione delle competenze e della scienza, del populismo aggressivo e ignorante, insomma del rallentamento o della paralisi di qualsiasi forma di crescita intellettuale, economica e sociale.
Se qualcuno è più bravo la colpa non è sua, anzi, bisogna lasciarlo fare perché, consapevolmente o inconsapevolmente, sta lavorando per tutti.
Non si cambia condizione denigrando gli altri o perdendo tempo inutilmente, ma migliorando se stessi! Diffidiamo di chi critica ma non propone.
Nella mia vita, politica e non, ho conosciuto tantissime persone perbene: lavoratori, intellettuali, padri di famiglia; ho conosciuto molti furbetti, alcuni delinquentelli di varia portata e un numero assai ristretto, ma molto organizzato, di cattivi, perfidi, invidiosi e cinici pronti a tutto.
Credetemi, non è il contrario. I peggiori, per fortuna, non sono tanti. Solo che le persone perbene stentano a comprenderlo e pensano che protestare equivalga a risolvere i problemi, mentre serve soltanto a individuarli: governarli è molto diverso.
Poi ci sono alcuni stupidini, più o meno ingenui, che credono che un netturbino con le mani pulite abbia fatto bene il suo lavoro o certi altri che, al contrario, pensano che tutto sia mediabile o che tutti abbiano un prezzo.