Ebbene sì, adesso posso dirlo: io sono il quinto componente del più famoso gruppo musicale di ogni tempo: i Beatles.
Non crediate che sia matto, il fatto che non figuri in nessuna immagine non significa niente e sapete perché? È semplice, perché ero io che scattavo le fotografie ed ero io che facevo le riprese tv mentre loro si mettevano in posa.
Jude era mia cugina e nessuno lo sa, così come nessuno sa che “come together” lo diceva proprio lei quando John aveva troppa fretta di cambiare letto e fidanzata.
Adesso però qualcosa voglio dirla: il quinto beatle sono io!
Ecco, adesso l’ho detto: sono io…e voglio puntare il dito su Paul, John, George e Ringo che, con il pretesto che ero il più bravo con fotocamere e cineprese mi obbligavano a immortalare la nostra storia, trascurando il dettaglio che, in questo modo, nessuno avrebbe mai saputo di me.
No, non voglio nulla da loro, non voglio la mia quota di diritti d’autore, non voglio il successo, non voglio né il lusso, né la popolarità, voglio solo far sapere che sono io il quinto componente dei complesso dei Beatles e se volete saperne di più, beh, sapete dove trovarmi: reparto neurodeliri.
È tutto assurdo, vero? Sì, lo è ma non di più di quanto non lo siano i 60 milioni di allenatori della nazionale di calcio, i 60 milioni di Presidenti del consiglio, i 60 milioni di scienziati e medici che compongono il popolo italiano. Parola del quarto astronauta dell’Apollo 11. Apollo 11 fu la missione spaziale che per prima portò gli uomini sulla Luna, gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969 alle 20:18 UTC. Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, sei ore più tardi dell’allunaggio, il 21 luglio alle ore 02:56 UTC.
Armstrong trascorse due ore e mezza al di fuori della navicella, Aldrin poco meno. Insieme raccolsero 21,5 kg di materiale lunare che riportarono a Terra. Un terzo membro della missione, Michael Collins, rimase in orbita lunare, pilotando il modulo di Comando che riportò gli astronauti a casa. La missione terminò il 24 luglio, con l’ammaraggio nell’Oceano Pacifico.
Con loro c’era sicuramente uno dei 60 milioni, anzi c’erano tutti ma la solita stampa di regime non lo ha mai raccontato: o no?