Il Parlamento, alcuni mesi addietro, respingendo la proposta grillina, che non avrebbe determinato alcun risparmio, ha deciso di applicare agli ex parlamentari una sorta di tassa del 10 del 20 o del 30 per cento, in base alla somma percepita.
Questo vuol dire che gli ex parlamentari si sono ridotti la pensione, ovvero, il vitalizio, di una somma che va da circa 500 a circa 2.000 euro al mese. È un gesto di grande responsabilità che non può rimanere isolato, perché altrimenti potrebbe essere considerato una stupidaggine o una persecuzione accettata da chi ha la coda di paglia e vuole apparire più realista del re.
Per questa ragione, mi auguro che lo stesso provvedimento venga esteso agli ex magistrati, agli ex dirigenti pubblici, agli ex componenti della Corte Costituzionale e della Corte dei Conti, agli ex manager di imprese di Stato, agli ex ufficiali delle forze armate e delle forze di polizia, agli ex prefetti e questori, a tutti coloro i quali percepiscono una pensione calcolata con il sistema retributivo.
In questo modo si recupererebbero alcuni miliardi di euro utili per una destinazione nobile, come ad esempio il miglioramento delle condizioni dei disabili o la nascita di imprese promosse da giovani, ecc.
Mi auguro, inoltre, che si imponga per legge un tetto massimo a tutti gli stipendi, a cominciare da quelli d giornalisti televisivi come Giletti o altri, che guadagnano anche 800 mila euro l’anno, cioè oltre 60 mila euro al mese, di cui nessuno parla.
Quando un Paese è in difficoltà, tutti devono contribuire a superare i problemi, nessuno escluso, come hanno fatto i parlamentari, accogliendo l’invito molto pressante che è stato loro rivolto da tutto il popolo italiano.
Adesso è la volta delle altre categorie privilegiate. Non si tratta di pauperismo ma di equità. Ovviamente si tratta di un mero auspicio perché nessuno si autoridurrà la pensione, ma tutti parleranno solo dei politici.