Come diceva Ignazio Silone, che provo a riassumere, la prima condizione affinché prevalga un sistema totalitario, è la paralisi dello Stato democratico, cioè un’insanabile discordanza tra il vecchio sistema politico e la vita sociale radicalmente modificata.
La seconda condizione è che il collasso dello Stato giovi innanzitutto al partito d’opposizione e conduca ad esso le grandi masse, come al solo partito capace di creare un nuovo ordine.
La terza condizione è che questo si riveli impreparato all’arduo compito e contribuisca, anzi, ad aumentare il disordine esistente, mancando in pieno alle speranze in esso riposte.
Quando queste premesse sono consumate, e nessuno ne può più, irrompe sulla scena il partito totalitario pronto a risolvere immediatamente tutte le disfunzioni di un sistema che i cittadini non tollerano più.
Se esso non ha alla sua testa un imbecille, ha molte probabilità di arrivare al potere, ma se la sua classe dirigente o il suo leader, invece che essere il prodotto della preparazione, del sacrificio, dell’impegno, è il prodotto di un manipolo di esperti comunicatori le cose potrebbero andare molto male e si potrebbe correre uil rischio di mettere il paese nelle mani di un potenziale pazzo ignorante buono a nulla ma capace di tutto. Meglio evitare!