La mattina, aprendo i giornali o guardando la TV, mi piacerebbe imbattermi in un’informazione che non pieghi le notizie alle opinioni di qualcuno. Vorrei assistere ad un’informazione capace di accorgersi che negli USA avrebbe vinto Trump, che in Italia si sta allevando una generazione incapace di produrre ma capacissima di provare invidia, che nel Regno Unito avrebbe vinto la Brexit, che i nostri concittadini vogliono partecipare alle scelte della politica e vogliono onestà e competenza. 

Tutto questo, vorrei che divenisse patrimonio di un’informazione libera, a prescindere da quello che vogliono i potenti inserzionisti, veri padroni della stampa e delle coscienze che essa informa, disinforma e deforma.

Anche nel campo dell’informazione, però, i cittadini non sono soltanto spettatori, più o meno distratti, sono e devono essere protagonisti capaci di influenzare, di orientare e soprattutto di decidere. 

Oggi i cittadini, in quanto consumatori, sono considerati soltanto un fattore economico a cui non spetta alcuna facoltà decisoria, se non prendono coscienza del loro potere e non imparano a decidere in funzione di un interesse generale, essi saranno ritenuti soltanto merce e non i titolari della sovranità popolare. 

Il percorso verso questo obiettivo, che potrebbe apparire banale, è ancora lungo, ma bisogna pur iniziare e non c’è luogo migliore della scuola, dove l’educazione civica non può più essere considerata una materia di serie B, poiché è solo il senso civico che cambia dalla base le sorti di un paese.