Al Palazzo della Cultura di Catania, si è tenuto l’incontro dal titolo “I mondi di Tolkien: linguaggi, allegorie, miti”. Un incontro che ha preannunciato il Summer Fest 2021, rassegna estiva che traghetterà la città etnea verso le arti e la cultura. La conferenza su Tolkien ha già visto la partecipazione di un numerosissimo pubblico, pronto ad accogliere riflessioni, curiosità o dissensi che aleggiano attorno allo scrittore, filologo, linguista e accademico britannico, noto soprattutto come narratore e creatore di un universo ed una lingua che rendono la trilogia de “Il signore degli anelli” un capolavoro sui generis.
L’incontro, introdotto dal sindaco di Catania Salvo Pogliese e dall’Assessore alla Cultura Barbara Mirabella, è stato moderato da Fulvia Toscano, ideatrice del Festival Naxoslegge e da Paolo Di Caro, direttore della Direzione Cultura del Comune di Catania. Tre nomi di eccellenza hanno presieduto come relatori: Marco Leonardi, professore aggregato di Storia Medievale dell’Università di Catania; Oronzo Cilli, autore di numerosi saggi su Tolkien e tra i maggiori collezionisti delle opere dello scrittore; infine, Vittoria Alliata di Villafranca, giornalista e scrittrice alla quale si deve la prima traduzione, approvata da Tolkien stesso, de “Il signore degli anelli”.
Per qualche momento tutti i presenti hanno, inconsapevolmente, abbandonato le vesti istituzionali e indossato quelle di lettori di Tolkien: passione, ricordi, studi… ognuno – seppur per motivi differenti – si è dimostrato profondamente legato all’autore e alla sua opera.
La grandezza di Tolkien sta proprio in questo: nel riuscire a far appassionare ai propri libri individui diversissimi tra loro. La sua opera, non facilmente inquadrabile in alcun genere, esplora i luoghi dell’immaginario, viaggia nella dimensione dell’indefinibile, mettendo però il lettore di fronte alla realtà fatta di dolore, di paura, di lotta eterna tra il bene ed il male, e facendolo immedesimare ora nel timido Frodo Baggins, ora nell’ignobile Gollum che ha smarrito se stesso. Una storia, quella creata da Tolkien, che scandaglia l’animo umano e che infine lancia una speranza: nella solitudine in cui spesso ci chiudiamo, è possibile trovare chi – insieme a noi – possa moralmente costituire una “compagnia dell’anello”, per affrontare e combattere le ingiustizie, le immoralità, le angosce e le avversità del presente.
La scrittrice, traduttrice e giornalista italiana, Vittoria Alliata di Villafranca, ha poi aperto un’ulteriore questione che, in questi ultimi anni più che mai, sta colpendo i classici della letteratura e del cinema: la politicizzazione degli autori o dei personaggi che vengono brutalmente schematizzati in concetti extraletterari, distogliendo l’attenzione dall’essenza stessa dell’opera.
Di recente è nato infatti un enorme dibattito sull’ultima traduzione de “Il signore degli anelli”, la quale non rispetta lo spessore linguistico, stilistico e concettuale di Tolkien. L’appello fatto da Vittoria Alliata di Villafranca a rispettare, preservare e salvare il messaggio dell’autore ha trovato molti consensi a Catania – notevole è stata la standing ovation del pubblico alla fine del suo discorso – e ne troverà molti altri nel mondo, tra coloro che amano profondamente Tolkien.
Quello che rimane da fare é dunque continuare a leggere Tolkien e fantasticare grazie alle sue storie trovando in queste le risposte di cui abbiamo bisogno.
“Come può un uomo in tempi come questi decidere che cosa deve fare?”
“Come ha sempre fatto” disse Aragorn.
“Il bene e il male sono rimasti immutati da sempre, e il loro significato è il medesimo per gli Elfi, per i Nani e per gli Uomini. Tocca a ognuno di noi discernerli, tanto nel Bosco Atro quanto nella propria dimora”
(J.R.R. Tolkien, Il signore degli anelli – Le due torri)
Ilenia Giambirtone