“E guarirai da tutte le malattie, perché sei un essere speciale ed io avrò cura di te.”.

Queste parole di Franco Battiato, scomparso martedì dopo una lunga malattia, rimarranno scolpite nella memoria di tanti di noi, cresciuti con la sua musica, con i suoi testi, con le sue evoluzioni intellettuali, coltivate insieme al filosofo lentinese, Manlio Sgalambro, suo grande ispiratore, con i suoi fantastici brani mai scontati, molti dei quali dedicati alla Sicilia.

Sono convinto che l’assenza di questo grande artista non sarà mai veramente tale, perché ciò che egli ha fatto resterà intatto in quanti lo hanno amato e verrà certamente colmata dal patrimonio musicale che ci ha lasciato in eredità. Un patrimonio di emozioni che continuerà ad accompagnarci per sempre, com’è accaduto con altri artisti: Lucio Dalla, Fabrizio De Andrè, Giorgio Gaber, Ivan Graziani e molti altri giganti della musica italiana. 

Franco Battiato era nato a Ionia, il comune della provincia di Catania che, fino a poco dopo la guerra, vedeva uniti Giarre e Risposo, il 23 marzo del 1945, ma da tantissimi anni viveva a Milo, dove aveva preso casa anche il suo amico di sempre, Lucio Dalla, con il quale, spesso, lo si poteva incontrare per le vie di quel delizioso paesino dell’Etna, a chiacchierare amabilmente con la gente del posto.

Ricordo il primo suo concerto al quale ebbi modo di assistere, al Palazzetto dello Sport di Catania, nel 1974. Quella volta, lui si esibì insieme a Claudio Rocchi, scomparso nel 2013, e ad Alan Sorrenti, che non aveva ancora assaporato il successo attribuitogli dal brano “Figli delle stelle”.

Battiato era un musicista audace ed originalissimo, ma anche un generoso scopritore di talenti e collega, artisti ai quali non fece mai mancare la sua amicizia, come nel caso dei catanesi Vincenzo Spampinato, Carmen Consoli e Luca Madonia o, più di recente, del modicano Giovanni Caccamo, vincitore di Sanremo Nuove proposte nel 2015. 

Memorabile e di grandissima levatura artistica fu un suo concerto al Teatro Massimo Bellini di Catania, che in quella occasione fu aperto per la prima volta ad un genere diverso dalla lirica o dalla musica classica e sinfonica. Dell’evento si parla ancora, come ancora si parlerà di Battiato e del suo meraviglioso genio artistico ed intellettuale.

Ciao Franco, “sul ponte sventola bandiera bianca” ma noi non vogliamo affatto arrenderci e per questo, anche nella tua memoria, restiamo a combattere.