di Ninni Cuspilici
Con il nuovo Governo nasce il Ministero della Transizione ecologica, ministero già istituito in Francia e Spagna.
Di transizione ecologica se ne parla ormai da tempo, è un tema prioritario e urgente per la maggior parte dei movimenti ambientalisti, ma cosa vuol dire?
La transizione ecologica è la necessità di “transitare” da sistemi di produzione e consumo preesistenti a sistemi in grado di far crescere il capitale economico, senza distruggere il capitale naturale, sociale e umano.
In poche parole il concetto di fondo è la necessità di una trasformazione radicale del sistema produttivo verso un modello sostenibile, che renda meno dannosi per l’ambiente la produzione di energia, la produzione industriale e, in generale, lo stile di vita delle persone.
La crescente sensibilità di cittadine e cittadini sul tema ambientale negli ultimi anni ha condizionato anche la comunicazione di imprese e politica. Spesso, però, l’ecologia è stata utilizzata solo come elemento di comunicazione, mentre le pratiche sono rimaste quello di sempre . Quando ci troviamo di fronte a questa situazione possiamo parlare di “greenwashing”, o“ecologismo di facciata“. .
L’adozione – nel dicembre 2019 – del regolamento sulla tassonomia delle attività verdi ha aperto un ambizioso progetto per raggiungere un punto di riferimento europeo per la finanza sostenibile nel quadro della transizione ecologica. Si punta a garantire percorsi di decarbonizzazione, che siano sistemici, solidi, trasparenti e condivisi da tutte le parti interessate. Inoltre, entro il 2050, devono essere ben allineati con l’obiettivo della neutralità climatica che l’Unione Europea si appresta a sancire nella sua prima legge sul clima.
La transizione ecologica sarà la base del nuovo modello economico e sociale di sviluppo su scala globale.
Piano per una rivoluzione verde e transizione ecologica: • 68,9 miliardi per l’Ambiente• 32 miliardi per le infrastrutture• 28,5miliardi per Istruzione e ricerca• 27,6miliardi per Inclusione e coesione.
“È un Piano di Ripresa, perché intende fronteggiare l’impatto economico e sociale della crisi pandemica, a partire dalle lezioni apprese in alcuni dei mesi più difficili della storia repubblicana. La ripresa italiana non dovrà riportarci al tempo di prima. – si legge nel documento – Dovrà costruire un’Italia nuova, cogliendo le opportunità connesse alla transizione ecologica e digitale. Dovrà liberare il potenziale di crescita dell’economia, incrementare la produttività, creare nuova occupazione e migliorare la qualità del lavoro e dei servizi di cittadinanza, a partire dalla salute e dall’istruzione.” .
Come verranno destinate le risorse per l’Ambiente1. “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” 6,3 miliardi;2. “Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile” 18,2 miliardi,3. “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici” 29,35 miliardi4. “Tutela del territorio e della risorsa idrica” 15 miliardi.
Infrastrutture per una mobilità sostenibile1. “Alta velocità di rete e manutenzione stradale ”, si focalizza sulle grandi linee di comunicazione del Paese, innanzitutto quelle ferroviarie, in un’ottica di mobilità rapida, sostenibile e tecnologicamente avanzata;2. “Intermodalità e logistica integrata”, prevede un programma nazionale di investimenti per un sistema portuale competitivo e sostenibile dal punto di vista ambientale per sviluppare i traffici collegati alle grandi linee di comunicazione europee.
La Sicilia
Dal Piano emergono tante mancanze, compresa un’adeguata attenzione per il settore turistico, volano economico principale dell’Isola. Dunque, niente lavori d’avvio per il ponte sullo stretto tantomeno ferrovie nella zona sud-est della Sicilia. Nessun collegamento interno fra statali e autostrade. Più che alta velocità, nella tratta Palermo-Messina-Catania si parla di velocizzazione. In buona sostanza non si vedranno correre i treni a 300 Km/h così come avviene da Napoli in sù.
Non si menziona la necessaria elettrificazione della linea ferroviaria siciliana, dotata solo per il 16%. No finanziamenti hub nè ad Augusta nè a Marsala. Niente piattaforma cargo export prodotti agroalimentare. Trascurati i settori del turismo e della digitalizzazione.