di Ninni Cuspilici
La copertina della Domenica del Corriere del 21 marzo 1965, raffigura in primo piano un carretto siciliano che attraversa lo Stretto di Messina lungo il Ponte e annunciaun articolo dal titolo La Sicilia diventa continente.
Nel 1981 fu costituita la società “Stretto di Messina SPA” (da IRI, ANAS, FS, Regione Siciliana e Regione Calabria; dal 2007 la società è partecipata da Anas 81,84%, da RFI 13%, da Sicilia 2,58%, Calabria 2,58%) per “progettare, realizzare e gestire il collegamento stabile tra la Sicilia e il continente”.
La società è stata posta in liquidazione nel 2013 dal Governo Monti.
La stessa società, che è dello Stato, chiede allo Stato medesimo un risarcimento di trecento milioni di euro. Al tempo stesso, però, è chiamata in causa (insieme al Ministero delle Infrastrutture e alla Presidenza del Consiglio) dalla Associazione Temporanea di Imprese (ATI) Eurolink (guidata da Impregilo e vincitrice nel 2005 della gara per la progettazione e la realizzazione del ponte con la cifra di 3,8 miliardi) per un risarcimento di ottocento milioni di euro a seguito della rottura del contratto.
Se Eurolink vincesse la causa, questi soldi li pagherebbero i contribuenti, in cambio di nulla.
Il “collegamento stabile” previsto al progetto è un ponte sospeso tra le due sponde dello Stretto (tra Ganzirri in Sicilia e Cannitello in Calabria), con due torri d’ancoraggio alte quasi 400 m, posto a 70 m d’altezza sulla superficie del mare, campata unica di 3.300 metri, l’impalcato largo 60 m comprendente sei corsie stradali (tre per senso di marcia di cui una d’emergenza) e 2 binari ferroviari centrali.
Il progetto preliminare, approvato, oltre che dalla società dello Stretto e dal Cipe, anche da FS, dall’ANAS e dal Ministero dei Lavori Pubblici, fu redatto con le consulenze specialistiche e sperimentali di numerosi esperti e docenti universitari, italiani e stranieri, e sotto vari profili (sismi, vento, fondazioni, tenuta ai carichi dinamici, ecc.); e lo stesso fu fatto per il definitivoredatto da Eurolink (segnatamente per architetture e strutture).
L’ingegnere elettrotecnico Giovanni Sacca, di origine messinese che ha lavorato per 32 anni nelle Ferrovie dello Stato, in vista della presentazione dei progetti entro il 15 ottobre per ottenere i 209 miliardi del “Recovery Fund”, il fondo di recupero, previsto dall’Unione Europea, ha avanzato l’ipotesi (subito raccolta dall’On.leCancellieri (siciliano) e dall’ex capo del governo Conti)di un tunnel,. Da chiarire subito che «Non è un progetto ma una semplice idea progetto mai avvallata a livello Mit, Rfi, Anas, Italferr. Anzi, scartata da molti anni come risulta agli atti del comitato scientifico Stretto di Messina, l’ultimo dei quali presieduto dall’ex rettore del Politecnico di Milano, Giulio Ballio».
Il Ponte: è stato appaltato al consorzio Eurolink che ha prodotto il progetto definitivo redatto dalla danese Cowi, una delle più grandi società di ingegneria del mondo e autrice dei più grandi ponti sospesi e strallati. Verificato in modo indipendente dall’americana Parsons, altra società di ingegneria tra le più grandi al mondo. Il progetto definitivo ha ottenuto tutte le approvazioni e i lavori sono iniziati con la variante di Cannitello, completata nei tempi e con i costi previsti.
Eurolink comprende le più grandi imprese italiane. È capitanata da Salini Impregilo, ora WeBuild, con una impresa spagnola e una giapponese.
E’ evidente che il Ponte è in possesso di tutte le caratteristiche secondo il Recovery fund, “i fondi europei sono destinati al Sud per opere cantierabili in pochi mesi” .
Il Governo della Sicilia e delle altre Regioni meridionali, hanno un’irripetibile opportunità di riscatto e di spesa. Per impiegare, finalmente, le importanti risorse comunitarie finora andate in gran parte disperse.