Di Ninni Cuspilici
Biancavilla conta poco più di 21 mila abitanti. Un paese che vive di agrumicultura e allevamenti ma dove il tasso di disoccupazione tende sempre a numeri considerevoli. Un paese che dire inquinato è dire poco.L’area etnea è interessata dalla presenza di un anfibolo dell’amianto : “la fluoro adenite”. Presente nel materiale estratto da una cava, con questo materiale si è costruita buona parte dell’attuale paese .
Biancavilla è una sorgente naturale di amianto e non c’è famiglia che non abbia pianto o che non debba piangere, ogni anno, almeno un congiunto ucciso dalle fibre della Fluoro-edenite, un minerale asbestiforme di . Insomma Biancavilla è circondata dalla lava dell’Etna ma in questa pietra nera un tempo incandescente, si è formato questo minerale che, una volta scoperto negli anni ’90, è stato oggetto di enorme produzione industriale senza conoscere gli effetti sulla salute.
L’elevata incidenza di mesotelioma rilevata nella cittadina ha attirato l’attenzione dell’Istituto Superiore di Sanità che ha avviato una attività di ricerca perindividuarne la causa. Si è così scoperto che nel pietrisco lavico estratto da una cava nelle vicinanze, che veniva poi utilizzato per l’edilizia, era presente la fluoro-edenite. I primi sospetti si sono concretizzati quando una di queste fibre è stata ritrovata nei polmoni di una donna deceduta per mesotelioma. Al di là dell’interesse mineralogico quindi, la fluoro-edenite è il primo e inaspettato caso di anfibolo con attività cancerogena contenente quantità rilevanti di Na, Al e F.
Biancavilla è “sito di interesse nazionale, con decreto del min. ambiente del 18 luglio 2002 è avvenuta la perimetrazione
I provvedimenti definiti dalle autorità preposte, finalizzati alla prevenzione delle patologie collegate all’amianto, sono rivolti a bonificare la cava, abbattere la polverosità ambientale asfaltando tutte le strade della periferia del paese e provvedere all’incapsulamento degli intonaci delle case, l’asfaltatura delle strade. Ma una politica dilatoria, caratterizzata da una lentezza esasperante nella realizzazione delle opere di risanamento, oltre a determinare un perdurare di circostanze oggettive di rischio sanitario per la popolazione, potrebbe ledere irreversibilmente anche il processo di maturazione collettiva in atto nella comunità su questi temi, e quindi la sua partecipazione attiva alla gestione del rischio. La miopia della politica e il depauperamento del territorio ai fini estrattivi hanno fatto di Biancavilla una cittadina da cui stare distanti e dove non è stata intrapresa alcuna iniziativa concreta mirata alla salvaguardia della salute dei cittadini. Infatti a Biancavilla si continua a morire tra l’indifferenza delle istituzioni ai vari livelli e, forse, anche della stessa collettività stanca e ormai rassegnata da anni di inutili promesse e sterili slogan da campagna elettorale.