Personalmente, quando penso alla burocrazia, pubblica o privata che sia, penso a quella francese, quella che ha studiato nelle scuole di alta formazione e che è in grado di sostenere i settori e i poteri dello Stato e delle grandi aziende, avendo rispetto per la legge, per i cittadini, per il Governo.

Poi c’è un altro modello di burocrazia a cui penso, è quello statunitense, che segue le amministrazioni che si susseguono e che è figlio di un sistema che rinvia alla democrazia rappresentativa, sia pure di secondo grado.

Confesso che penso molto spesso alla burocrazia, non perché io sia affetto da una particolare patologia, la “burocratite”, né da una rara forma depressiva, la “burofrenia compulsiva a grappolo”.  

Lo faccio, innanzitutto, da privato cittadino, quando sto, disciplinatamente, in fila dietro uno sportello o quando chiedo un’autorizzazione. Ma l’ho fatto anche da parlamentare, dato che sono stato promotore di numerosi provvedimenti miranti a semplificare e accelerare determinate procedure, a rendere trasparenti i passaggi istruttori, ad abbreviare i tempi per il rilascio di concessioni ecc. 

Penso che della burocrazia, di quella relativa al modello francese o di quella di tipo statunitense, non si possa fare a meno: serve a far funzionare la società, rispettandone le regole. Ciò di cui si può, anzi, si deve, fare a meno è, invece, la ”burocrazia acquisitiva”, o la ”burocrazia compensativa”, insomma, quella corrotta, politicizzata o ignorante in cui spesso ci imbattiamo in Italia!

Pensate, sono talmente sconcertato da certi comportamenti della burocrazia del nostro Paese, che ormai non temo neanche tanto quest’ultimo, sia pure deformato, modello di amministrazione, quanto quello che potremmo definire “burosaurocratico”, vale a dire quel modello ”burocraticocentrico” secondo il quale è la legge che fa l’uomo e non l’uomo che fa la legge! 

In particolare, il burocrate in questione, quello che si sente intangibile, pensa pure che la legge non la faccia il Parlamento, democraticamente eletto, ma il ”burosauro” medesimo che, in tal modo, non sarebbe chiamato solo alla sua applicazione, possibilmente corretta, bensì anche alla sua ampia interpretazione, con ciò sostituendo ed integrando persino il ruolo del giudice. 

Ecco, il ”burosauro” è ciò che potremmo definire: la sintesi dei poteri dello Stato, dunque, l’inverso della democrazia, che si fonda sulla loro separazione. 

Anche si potrebbe apparire strano, è proprio per questa ragione che bisogna ridimensionare in fretta tale “essere tentacolare” senza frapporre ulteriore indugio. 

Dimenticavo: c’è un altro particolare modello di burocrate, che presenta elementi di grande pericolosità. Si tratta del “buridiota“, vale a dire il burocrate idiota: egli sa tutto, ha sempre ragione, è legibus solutus, ma, come quelli che sono passati alla storia come persone che non sbagliavano mai niente, nella norma, sbagliano tutto e non lo ammettono mai!