Un protocollo d’intesa per cambiare prospettiva. Per comprendere che non sono le persone con disabilità e le loro famiglie a doversi adattare alla società bensì l’esatto contrario: la società, in tutte le sue articolazioni, deve essere più inclusiva. Questa mattina, nella sala stampa della Città di Acireale, è stato firmato il documento che mette nero su bianco la collaborazione fattiva tra il Comune, il Consorzio di cooperative sociali Il Nodo, la cooperativa Identità e l’associazione Un futuro per l’autismo. Il primo obiettivo è garantire la migliore riuscita del progetto “AutMind”, ma la sfida sul lungo periodo è ben più importante: cambiare il modo di vedere l’autismo, le autonomie e l’inclusione.“AutMind” riguarda l’inclusione scolastica degli alunni e delle alunne con disturbo dello spettro autistico. Il progetto, sostenuto dal Fondo per il contrasto alla povertà educativa minorile dell’impresa sociale Con i bambini, è partito circa un anno fa e durerà per altri tre anni, fino a marzo 2028. Che è anche la durata del protocollo d’intesa. Il documento firmato oggi nel municipio di via Lancaster prevede «il coinvolgimento attivo della cittadinanza» e la realizzazione di «attività scolastiche ed extra-scolastiche, con uno sportello autismo, supporto e formazione per genitori, siblings e operatori di settore». Tra i compiti assegnati al municipio acese c’è anche «promuovere la diffusione e sensibilizzazione dell’accoglienza e partecipazione degli alunni e delle alunne con disturbi dello spettro autistico degli istituti scolastici di Acireale». «Nell’inclusione delle persone con disabilità quella che manca, più di tutto, è l’educazione: l’educazione a pensare alle esigenze dell’altro, alla comprensione e alla valorizzazione delle diversità», ha affermato il sindaco Roberto Barbagallo, poco prima della firma. «Costruire la consapevolezza che siamo noi, invece, a dovere garantire percorsi più semplici per chi ha disturbi del neurosviluppo è parte di ciò che facciamo e faremo per migliorare la vita nella nostra comunità. Speriamo di non fermarci a questi 48 mesi di durata del progetto “AutMind”, ma di riuscire ad andare oltre».Sulla stessa linea la vicesindaca e assessora alla Pubblica istruzione Valentina Pulvirenti. «Non si lavorerà soltanto sui destinatari diretti del progetto, cioè i giovanissimi e le giovanissime nello spettro dell’autismo – ha dichiarato – Ma supporteremo le attività scolastiche ed extrascolastiche rivolte alle famiglie e ai compagni e alle compagne di classe. Per potere parlare di inclusione sociale bisogna che tutta la società sia formata e preparata». «Mettere insieme scuola, terzo settore e istituzioni è, di per sé, una compensazione rispetto ai bisogni delle persone con disturbo dello spettro autistico», ha spiegato Federico Lupo, presidente dell’associazione Un futuro dell’autismo e insegnante. «Già questo, e parlo per esperienza personale, rappresenta un enorme miglioramento della qualità della vita delle famiglie a cui ci rivolgiamo. Il protocollo d’intesa, di fatto, mette nero su bianco una collaborazione che già esiste con le istituzioni acesi – ha aggiunto Lupo – e prevede anche la possibilità che si implementino anche altre azioni e che le buone prassi che stiamo sperimentando vengano diffuse. Stiamo lavorando per uno sviluppo culturale: l’obiettivo finale del progetto è cambiare l’ottica, modificare il modo di approcciarsi alle neurodiversità. Non devono essere le famiglie o i bambini che devono organizzarsi per vivere al meglio, è la società che deve apprendere un diverso funzionamento. Solo così si garantisce, strutturalmente, il successo delle politiche di inclusione».Autmind è un progetto sostenuto dall’impresa sociale Con i bambini e ha una durata di 48 mesi. Capofila è il Consorzio di cooperative sociali Il Nodo di Catania, che lavora insieme all’associazione Un futuro per l’autismo e alle cooperative sociali Identità e Un altro modo, in partenariato con gli istituti comprensivi Leonardo Sciascia e Pitagora di Misterbianco, con il IV istituto comprensivo Galileo Galilei, Paolo Vasta e Giovanni XXIII di Acireale, con il liceo magistrale Regina Elena di Acireale, e con l’Istituto di istruzione superiore Marconi-Mangano di Catania.

