Ninni Cuspilici

Il sistema sanitario siciliano negli ultimi dieci anni ha subito una trasformazione graduale – a nostro parere decisamente peggiorativa – dovuta all’applicazione di riforme nazionali, concepite e progettate lontano dai territori e spesso contro di essi.

La Riforma Balduzzi, legge nota per aver predisposto la “deospedalizzazione” delle cure primarie, ha effettuato tagli lineari operati su più fronti.

Da Nord a Sud, la scure dei tagli su base ragioneristicanon ha risparmiato nessun ospedale, “ma la tragedia la viviamo a Catania, città dove ne sono stati chiusi tanti ”,a partire dall’Ascoli-Tomaselli, e poi ancora San Luigi, Ferrarrotto, Vittorio Emanuele, Santa Marta, Santo Bambino. L’ultimo poco più di un anno fa. “Negli ultimi decenni, i posti persi di tutti gli ospedali riconvertiti o dismessi sono 1350  al netto di quelli che sono stati assorbiti dal San Marco e dal Cannizzaro”.

In Sicilia  abbiamo una classe dirigente non qualificata e che ricopre i ruoli di dirigente generale o ispettore generale dell’Assessorato alla sanità  per meriti politici e non per professionalità. Ci si aspetterebbe che l’ispettorato alla sanità fosse retto da un medico e per giunta specialista in igiene e non da un, sicuramente bravo, dirigente amministrativo. Sarebbe logico che a questa situazione l’ordine professionale insorgesse chiedendo conto di come può un amministrativo dare indirizzi epidemiologici o di prevenzione in un momento come quello attuale. 

Ma le incongruenze del sistema sanitario regionale non sono di certo finite, il responsabile del dipartimento di prevenzione dell’ASP è un ingegnere. Sicuramente la prevenzione a Catania  avrà la garanzia dei calcoli di stabilità degli edifici fatti con estrema cura, ma sarà difficile che si abbiano le idee chiare sulle differenze tra virus e batterio, sui mezzi di trasmissione e sulle mutazioni degli stessi. In ultima , ma non con minor danno, la scelta ,tutta politica , di un direttore sanitario dell’ospedale S. Marco specialista in  ginecologia e ostetricia che non ha alcuna esperienza in campo di direzione sanitaria .

Quanto sopra ha determinato ,e se non si cambia,continuerà a determinare il disfacimento della Sanita’ Siciliana. Non è possibile affidare a non tecnici la direzione di un osservatorio epidemiologico regionale. L’ignoranza e la sottovalutazione dei problemi è la causa degli scandali come quello che vede coinvolto oggi l’Assessore Razza e il suo ispettore generale (come già detto un dirigente amministrativo senza alcuna preparazione in campo medico e in particolare in campo epidemiologico). Bisogna sapere che per occupare quel posto ci vogliono sei anni di laurea in medicina e cinque di specializzazione in Igiene, con quale incoscienza  siaffida un compito così delicato ad una figura professionale senza alcuna preparazione è lo stesso che affidare il genio civile alla guida di un medico  , pensate alle conseguenze. Purtroppo le conseguenze, in questo caso, le viviamo sulla nostra pelle , con numero di morti che crescono ogni giorno e in un momento in cui stiamo attraversando una  drammatica pandemia.

A seguito di questa grave situazione a Catania si è costituito un gruppo di lavoro di medici esasperati , cherendendosi conto del procedere della pubblica amministrazione a tentoni , ha ritenuto di confrontarsi per dare un contributo , costituendo una associazione “MEDICI PER IL MEZZOGIORNO E DEI PAESI CHE SI AFFACCIANO SUL MEDITERRANEO ” che ha evidenziato Le più evidenti necessità della Sanità attuale, le quali sono parte fondamentale dello statuto e obiettividella stessa associazione  che di seguito sono elencate.• Ritorno alla gestione “ clinica “ della sanità ; i medici devono tornare alla gestione degli ospedali e delle Asp.• Ripristino delle strutture dismesse, • Puntare sulla medicina territoriale, riempendola di significato pratico, e creare centri di eccellenza.• E’ necessario compensare, potenziando la medicina territoriale per effettuare quelle attività diagnostiche e clinico strumentali che occupano le risorse degli ospedali. Le stesse potrebbero essere effettuate in tutte le strutture extra ospedaliere del servizio sanitario nazionale”.  Accertamenti o screening si potrebbero dunque fare altrove, allentando la pressione sulle strutture ospedaliere destinate all’assistenza.• Dare priorità  alla Salute e alla sanità pubblica nell’agenda della politica, portando il SSN ad essere considerato come un investimento straordinario per il diritto alla Salute e per la coesione sociale;• Abbandonare la subordinazione della Salute all’Economia.• Ammodernare e innovare realmente il SSN per allinearlo velocemente con l’evoluzione dei bisogni della popolazione e l’epidemiologia.• Legalità, trasparenza, valutazione professinale e meritocrazia .• Necessità di una politica nazionale forte in sanità che garantisca verifiche, interventi e coordinamento nei confronti delle Regioni e che fornisca  aquest’ultime le risposte che chiedono.