Confesso che la vicenda legata alla liberazione di Cecilia Sala mi provoca un notevole moto di ottimismo, che si contrappone al pessimismo cosmico di chi mostra sempre passiva e mugugnona rassegnazione, perché ritiene che il nostro Paese ed il suo governo, qualunque sia la sua composizione ed il suo colore, sbaglino sempre: qualche volta il bicchiere è mezzo pieno ed altre è mezzo vuoto!
Ebbene, quello che è accaduto dal giorno della liberazione della giovane giornalista italiana dimostra esattamente il contrario e dimostra che la collaborazione, la discrezione, il senso di responsabilità della politica, della diplomazia e della stampa sono sempre molto utili.
Il ritorno in patria di Cecilia Sala dimostra che quando si smette di fare sterile polemica politica e si lavora per un risultato che valga per tutti e non solo per una parte, il risultato si ottiene. Questa banale regola vale sia per i cittadini sia per chi, con il loro voto, essi scelgono come propri rappresentanti.
La liberazione di Cecilia Sala dimostra che la discrezione è importante e che coloro i quali ricoprono cariche pubbliche non possono parlare sempre di qualsiasi cosa, inseguendo i reciproci comunicati stampa, solo per il gusto di parlare, alla ricerca di uno sterile protagonismo.
È vero esattamente il contrario, perché chi ricopre alcune delicate funzioni pubbliche spesso deve tacere, mostrando un alto senso di responsabilità e soprattutto un alto senso dello Stato.
La liberazione di Cecilia Sala ed il metodo del reciproco rispetto dei ruoli e del buonsenso dimostrano che il pessimismo non serve a nulla, non serve soprattutto a chi pretende di farne uno strumento di azione politica, puntando al “tanto peggio tanto meglio”.
Personalmente non ho mai visto un pessimista raggiungere un qualsivoglia risultato, mentre ho visto l’ottimismo spingere parecchie persone verso il successo e verso la soluzione di problemi apparentemente irrisolvibili, anche grazie a complicate e riservatissime mediazioni.
Mi piacerebbe tanto se il “metodo Sala” rappresentasse una lezione per tutte le forze politiche italiane e per la stampa, ma soprattutto per quelle che amano la polemica per la polemica, il pessimismo per il pessimismo, la negatività per la negatività e soprattutto per tutti coloro i quali pensano che questi elementi servano a governare ed a risolvere i problemi complessi del Paese, mentre è esattamente il contrario.