Il figlio Enrico è stato per lei un punto di partenza. È stata la sua nascita a spingerla a fare ricerca sulla sindrome di Down, la stessa del figlio. In lui la dottoressa Rosa Anna Vacca, primo ricercatore del Cnr, con esperienza conclamata nello studio delle basi molecolari e cellulari di diverse patologie del neurosviluppo associate a disabilità intellettiva, trova la forza per andare avanti, nonostante le difficoltà che si incontrano nell’ambito della ricerca, a partire dai finanziamenti. «Lo vedo che cresce bene – ha detto ai giornalisti nel corso del convegno organizzato al Garibaldi Nesima dalla sezione di Catania dell’Associazione italiana persone Down –, è felice e anche la sua qualità di vita è migliorata tantissimo».Merito dei polifenoli naturali, come la polidatina, che si sarebbero dimostrati efficaci nel migliorare le funzioni del cervello e contrastare le disfunzioni mitocondriali, i processi di invecchiamento precoce e le alterazioni metaboliche e neurodegenerative associate alla sindrome di Down.«Nel 2004 – ha detto la dottoressa Vacca, che ha guidato diversi progetti di ricerca nazionali e internazionali ed è autrice di una ventina di pubblicazioni scientifiche – gli studi erano molto carenti. Non si conoscevano le alterazioni molecolari che erano causa del quadro clinico, né c’era possibilità di migliorare le condizioni delle persone con sindrome di Down».«Abbiamo individuato degli organelli che producono l’energia necessaria per lo sviluppo del cervello – ha spiegato – che sono deficitari nella sindrome di Down e abbiamo scoperto delle molecole naturali, come la polidatina, un potente antinfiammatorio e un antibiotico naturale, che hanno un efficiente ruolo nella riattivazione dei mitocondri, ripristinando le funzioni alterate e portando così anche ad un miglioramento cognitivo».Uno studio, al momento, solo prospettico. «Non ci sono ancora studi clinici che ne testimonino l’efficacia – ha aggiunto –, ci vogliono studi ad ampio spettro». Su base volontaria, però, c’è chi, come l’Aipd di Catania, con il dottor Antonino Palermo, direttore dell’UOC di Pediatria dell’Arnas Garibaldi, ha iniziato un percorso, riscontrando notevoli miglioramenti proprio grazie alla polidatina.«Questo progetto – ha detto il dottor Palermo – è partito nel 2017 insieme alla dottoressa Vacca e al professor Giampietro Ravagnan. Riguarda i polifenoli naturali e come questi possano dare un aiuto nel migliorare le performance psicologiche e neurologiche. Abbiamo iniziato questo percorso con la polidatina, che deriva dal resveratrolo, che si trova ad esempio nel vino rosso, e abbiamo notato miglioramenti importanti. Non c’è solo la polidatina, ma per il momento abbiano iniziato con questa e il percorso è stato efficiente».Nel corso del convegno, la presidente della sezione catanese dell’Aipd, l’ingegnere Caterina Schirò, ha presentato il progetto “Progettiamo il futuro”. «Si tratta di regole combinate – ha detto la presidente – che devono arrivare ad uno scopo. Quello di migliorare il futuro dei nostri ragazzi, dando opportunità di crescita e di autonomia. Vogliamo renderli indipendenti e parte della nostra società. Vogliamo che realizzino i loro i sogni. Hanno dei diritti, che devono essere tali e non concessioni».

